Benvenuto: PAX et BONUM

Benvenuto: PAX et BONUM

sabato 26 novembre 2011

DAL 14 Giugno 2009 a Oggi alla Società portiamo con Fede cattolica con il carisma missionario Francecsano-Mariano LA NOSTRA PROPOSTA di VITA:


DAL 14 Giugno 2009 a Oggi alla Società portiamo con Fede cattolica con il carisma missionario Francecsano-Mariano LA NOSTRA PROPOSTA di VITA:

 CONSACRAZIONE
Consapevole della mia vocazione cristiana, io rinnovo oggi nelle tue mani, o Maria, gli
impegni del mio Battesimo. Rinuncio a Satana, alle sue seduzioni e alle sue opere, e mi
consacro a Gesù Cristo per portare con lui la mia croce nella fedeltà di ogni giorno alla
volontà del Padre.
Alla presenza di tutta la Chiesa ti riconosco per mia Madre e Sovrana. A te offro e
consacro la mia persona, la mia famiglia, la mia vita e il valore delle mie buone opere,
passate, presenti e future. Disponi di me e di quanto a me appartiene alla maggior gloria
di Dio, nel tempo e nell’eternità.
Amen.
Data: 12 giugo 2011
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COMUNITA' SERVI DEL VANGELO di GESU' & MARIA: Famiglia Missionaria Francescana-Mariana della Divina MIsericordia: gruppo di preghiera FRATERNITA' VANGELO & CARITA'

la Comunità è una proposta rivolta a cattolici di ogni stato di vita, e incoraggia tutte le persone di buona volontà a vivere un rapporto di filiale fiducia alla Chiesa CAttolica con la Spiritualità Francecsana Mariana.

Elemento essenziale della comunità è la consacrazione illimitata all'Immacolata.
Cosa vuol dire consacrarsi a Maria? Vuol dire accogliere il dono di Gesù morente, cioè la sua Madre, come nostra Madre, e comportarsi come san Giovanni che accolse Maria nella sua casa, e cioè nella sua esistenza, per vivere con lei.

Il Vangelo ci viene in aiuto con la sua disarmante semplicità: in Giovanni (19-27) Gesù dalla croce disse: "Donna ecco il tuo figlio" poi disse al discepolo: "Ecco la tua Madre!". E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa.
L'apostolo con questo gesto si consacrò a Maria: la prese nella sua casa. E' la risposta gioiosa che definisce un nuovo rapporto con la Madre di Gesù.

Con la nostra consacrazione anche noi intendiamo riconoscere chi è Maria per noi, ciò che Ella fa per noi, chi siamo noi per Lei, ciò che noi dobbiamo fare per Lei.

Il Servo Missionario Francecsano-Mariano del Vangelo: non si limiterà alla donazione totale di sé all'Immacolata, ma si dà da fare, per quanto può, per conquistare a lei anche il cuore degli altri, affinché anche costoro si donino a lei allo stesso modo in cui lui pure si è donato.
Egli vuole conquistare a lei il maggior numero possibile di cuori, dei cuori di tutti coloro che vivono attualmente e che vivranno in qualunque tempo sino alla fine del mondo.
Userà ogni mezzo valido e legittimo a propria disposizione per la conversione e santificazione degli uomini, con qualsiasi mezzo, ma soprattutto con la stampa e la diffusione della Medaglia Miracolosa. e la diffusione della Divina Misericordia...Farsi, perciò, interpreti attendibili del Vangelo e capaci di suscitare scelte cristiane e vocazionali con la preghiera, la penitenza, il buon esempio, la cordialità, la dolcezza, la bontà, quale riflesso della bontà dell'Immacolata.


Cosa significa consacrarsi a Maria


Consacrarsi a Maria significa che bisogna donarle:
1) il nostro corpo con tutti i suoi sensi e le sue membra;
2) la nostra anima con tutte le sue facoltà;
3) i nostri beni esteriori presenti e futuri;
4) i nostri beni interiori e spirituali, che sono i nostri meriti, le nostre virtù e le nostre buone opere passate, presenti e future: in breve, tutto quello che abbiamo nell'ordine della natura e nell'ordine della grazia, e tutto quello che potremo avere in futuro nell'ordine della natura, della grazia o della gloria, e questo senza nessuna riserva, nemmeno di un denaro, di un capello e della minima buona azione, e per tutta l'eternità, senza pretendere né sperare nessun'altra ricompensa della propria offerta e del proprio servizio, che l'onore di appartenere a Gesù Cristo per mezzo di lei e in lei.

Qui bisogna notare che ci sono due cose nelle buone opere che facciamo, cioè: la soddisfazione e il merito, ossia il valore satisfattorio o impetratorio e il valore meritorio. Il valore satisfattorio o impetratorio di un'opera buona è una buona azione in quanto soddisfa alla pena dovuta per il peccato, o ottiene qualche nuova grazia; il valore meritorio, o il merito, è una buona azione in quanto merita la grazia e la gloria eterna. Ora, in questa consacrazione di noi stessi alla santissima Vergine, noi le doniamo tutto il valore satisfattorio, impetratorio e meritorio, ossia le soddisfazioni e i meriti di tutte le nostre buone opere: le doniamo i nostri meriti, le nostre grazie e le nostre virtù, non per comunicarli ad altri (perché i nostri meriti, grazie e virtù, per l'esattezza, sono incomunicabili; e solo Gesù Cristo, facendosi nostro garante presso il Padre, poté comunicarci i suoi meriti), ma per conservarceli, aumentarli e abbellirli, come diremo in seguito; le doniamo le nostre soddisfazioni per comunicarle a chi le sembrerà bene, e per la maggior gloria di Dio.
Ne consegue che una persona che si è così volontariamente consacrata e sacrificata a Gesù Cristo per mezzo di Maria non può più disporre del valore di nessuna delle sue buone azioni: tutto quello che soffre, tutto quello che pensa, dice e fa di bene, appartiene a Maria, affinché ne disponga secondo la volontà di suo Figlio, e per la sua maggior gloria.

Alcuni potrebbero dire che questa devozione, facendoci donare a Nostro Signore, per le mani della santissima Vergine, il valore di tutte le nostre buone opere, preghiere, mortificazioni ed elemosine, ci mette nell'impossibilità di soccorrere le anime dei nostri parenti, amici e benefattori.
Ma non è pensabile che i nostri amici, parenti o benefattori soffrano un danno dal fatto che noi ci siamo dedicati e consacrati senza riserve al servizio di Nostro Signore e della sua santa Madre. Sarebbe fare ingiuria alla potenza e alla bontà di Gesù e di Maria, che sapranno ben assistere i nostri parenti, amici e benefattori con le nostre opere spirituali, o per altre vie.
In secondo luogo, questa pratica non impedisce che si preghi per gli altri, sia morti che vivi, benché l'applicazione delle nostre buone opere dipenda dalla volontà della santissima Vergine; al contrario ci porterà a pregare con più fiducia.

Alcuni forse diranno: Se dono alla santissima Vergine tutto il valore delle mie azioni perché lo applichi a chi vorrà, forse bisognerà che io soffra a lungo in purgatorio.
Questa obiezione, che viene dall'amor proprio e dall'ignoranza della liberalità di Dio e della sua santa Madre, si distrugge da se stessa. Un'anima fervente e generosa che ha più a cuore gli interessi di Dio che i propri, che dona a Dio tutto ciò che ha, senza riserve, di modo che non possa dargli di più, che non respiri che la gloria e il regno di Gesù Cristo per mezzo della sua santa Madre, e che si sacrifichi interamente per conseguirlo; quest'anima generosa e liberale, dico, sarà più punita nell'altro mondo per essere stata più liberale e più disinteressata delle altre?
Tutt'altro: è con quest'anima, che Nostro Signore e la sua santa Madre sono generosissimi in questo mondo e nell'altro, nell'ordine della natura, della grazia e della gloria.

Unisciti a noi... diventa un Servo Missionario Francescano di Gesù di Maria.


Hai deciso di diventare un Servo di Maria?

  • Allora decidi una data per fare la tua consacrazione.
  • In quel giorno ti confesserai e comunicherai con l'intenzione di donarti a Gesù Cristo, come schiavo d'amore, per le mani di Maria. E dopo la Comunione, reciterai la formula della consacrazione (la trovi in alto) e la firmerai lo stesso giorno.
  • Indosserai la Medaglia Miracolosa, come segno di appartenenza alla Madonna.

  • Una volta consacrato compila il seguente modulo e ti registreremo nel registro degli dei Servi del vangelo.

La Medaglia Miracolosa


Araldi dell'Immacolata"Tutte le persone che porteranno questa Medaglia riceveranno grandi grazie, specialmente portandola al collo"
"Le grazie saranno più abbondanti per le persone che la porteranno con fiducia”.

Queste sono state le straordinarie parole pronunciate dalla Madonna in occasione delle sue manifestazioni a Santa Caterina Labouré, nel 1830.

Da allora e fino ad oggi, questo torrente di grazie che fluisce dall'eternità verso di noi, non si è mai fermato per tutti quelli che portano con fede la Medaglia Miracolosa.

LìAraldi di Maria distribuirà la Medaglia Miracolosa, ovunque è possibile, anche ai fanciulli, affinché la portino sempre al collo, agli anziani e soprattutto ai giovani, affinché sotto la sua protezione abbiano le forze sufficienti per respingere le innumerevoli tentazioni e insidie che incombono su di loro in questi nostri tempi. Anche a coloro che non entrano mai in chiesa, che hanno paura di accostarsi alla confessione, che si fanno beffe delle pratiche religiose, che ridono delle verità di fede, che sono immerse nel fango dell’immoralità oppure vivono nell’eresia fuori della Chiesa: a costoro è indispensabile offrire la medaglietta dell’Immacolata e sollecitarli a volerla portare e, nello stesso tempo, supplicare con fervore l’Immacolata per la loro conversione. Molti riescono a raggiungere il loro scopo persino, quando qualcuno non vuole accettare nel modo più assoluto la medaglietta. Ebbene, la cuciono di nascoste nelle vesti e pregano, mentre l’Immacolata, presto o tardi, dimostra quel che è capace di fare. La medaglia miracolosa, quindi, è la pallottola degli Araldi di Maria.


Testimonianze di san Massimiliano Maria Kolbe

La partita è vinta

In questi giorni è venuta da me una signora per chiedermi di recarmi da un ammalato che…non voleva confessarsi. Era già stato a trovarlo il sacerdote Don H., il quale aveva appunto mandato da me quella signora, perché i suoi tentativi erano falliti.
«L’ammalato prega la Madonna recitando almeno un’Ave Maria al giorno?», le chiesi.
«Glie l’ho proposto, ma egli mi ha risposto che non crede nella Madonna».
«La prego di portargli questa medaglietta – dissi io porgendole una medaglia miracolosa - Chissà che non accetti per riguardo verso di lei e se la lasci mettere al collo! »
«L’accetterà per fare un piacere a me».
«Bene, gliela porti e preghi per lui; per parte mia io cercherò di fargli una visitina» E se ne andò…
Nel frattempo mi sono incontrato con don H., il quale mi ha raccontato: « Sono stato dall’ammalato e mi sono incontrato con lui come se si fosse trattato di una persona di mia conoscenza, tuttavia non sono riuscito a combinare alcunché. La prego: ci vada anche lei. Debbo aggiungere che l’ammalato è una persona colta; ha appena terminato gli studi universitari di selvicoltura».
Non molto tempo dopo quella signora è ritornata per dirmi che l’ammalato stava peggiorando e che i suoi genitori, presenti accanto a lui, non si sbrigavano affatto a chiamare un sacerdote, perché temevano di impressionarlo. Pensavo tra me: « L’ammalato non desidera il sacerdote e neppure i suoi genitori: a che scopo andarci, dunque? »; nonostante tutto, però, ci sono andato, benché nel profondo dell’animo fossi tormentato dal dubbio sull’esito positivo della visita. L’unica speranza era la medaglietta che l’ammalato teneva con sé. Strada facendo recitai il Rosario. Dopo un penoso cammino suonai alla porta dell’ospedale. Subito dopo fui accompagnato nel reparto delle malattie infettive, dove appunto era ricoverato l’ammalato. Mi sedetti accanto al suo letto e avviai la conversazione. Mi informai sul suo stato di salute, ma in breve la conversazione si spostò su argomenti religiosi. L’ammalato mi manifestava i suoi dubbi e io cercavo di chiaririglieli. Durante la conversazione notai al suo collo un cordoncino azzurro, proprio quello a cui era infilata la medaglietta. «Ha la medaglietta – pensai – perciò la partita è vinta».
Improvvisamente l’ammalato si rivolge a me e dice : «Padre, si potrebbe venire al dunque?
«Allora lei vuole confessarsi? », chiedo io. Per tutta risposta un pianto dirotto sconvolse il suo petto dimagrito….Il singhiozzo durò per un buon minuto, quando l’ammalato si fu calmato, ebbe inizio la confessione.
Dopo aver ricevuto il viatico e l’estrema unzione, l’ammalato volle manifestarmi la propria riconoscenza, abbracciandomi e baciandomi. Nonostante il pericolo di infezione della malattia, gli diedi volentieri il bacio della pace.



"Signore, si confessi"

Quando P. Kolbe si trovava a Zakopane fece la conoscenza di un certo intellettuale.

Ad ogni incontro lo pregava "Signore, si confessi". Ma quegli soleva rispondere: "Nulla da fare, Reverendo; la rispetto, Padre, ma non andrò a confessarmi, forse un'altra volta...". Dopo alcune settimane, questo signore, prima di partire, venne da P. Kolbe per accomiatarsi. Le ultime parole di P. Massimiliano furono: "Signore, vada a confessarsi...".

"La prego, Reverendo, non ho tempo, devo andare in fretta alla stazione".

"Allora accetti almeno questa Medaglia miracolosa".

Il signore accettò per cortesia la medaglietta e si recò subito alla stazione ferroviaria. Intanto P. Massimiliano cadde in ginocchio per implorare dall'Immacolata la conversione dell'ostinato.

Oh, meraviglia! dopo un istante qualcuno bussa alla porta ed entra il medesimo signore che aveva tanta fretta di prendere il treno. Sin dalla soglia esclama "Padre, la prego di confessarmi"!.



La conversione di Alfonso Ratisbonne

L'apparizione della Madonna del Miracolo nella Chiesa di Sant'Andrea delle Fratte a Roma (20 gennaio 1842)

Alfonso Ratisbonne appartiene a una delle più ricche e influenti famiglie della numerosa comunità ebraica di Strasburgo. Il figlio maggiore, Théodore, convertitosi al Cristianesimo, era stato ordinato sacerdote nel 1830, l'anno stesso delle apparizioni a Santa Caterina Labourè. Don Thèodore diventerà uno dei principali collaboratori del parroco di Nostra Signora delle Vittorie e, come tale, propagandista entusiasta e instancabile della devozione all'Immacolata della "Medaglia miracolosa", cui raccomanderà ogni giorno il fratello Alphonse. In effetti, il giovane Alphonse, fedele all'Ebraismo più come riti e tradizioni che come pratica, sente doveroso battersi per l'assistenza e il riscatto dei fratelli nella fede d'Israele. La sua ostilità verso il Cristianesimo in generale, e il Cattolicesimo in particolare, non solo non è nascosta, ma è pubblicamente manifestata. Innamorato di una cugina, Flore, ha fissato con lei la data di un matrimonio vantaggioso anche sul piano sociale, ma voluto dai due soprattutto per amore. Prima di sposarsi, decide di fare un viaggio che lo porti sino a Gerusalemme, per vedere la terra dei suoi padri. Con una imprevista variazione, però, al suo programma, sceglie di visitare anche Roma. Arrivato nel giorno dell'Epifania del 1842, una delle sue prime visite è al Ghetto, dove vivono gli oltre quattromila ebrei romani. "Ho capito", scriverà ai familiari a Strasburgo, "quanto sia meglio far parte dei perseguitati piuttosto che dei persecutori".

A Roma, il Ratisbonne seppure di malavoglia viene in contatto con il gruppo dei ferventi cattolici francesi (molti dei quali convertiti) dei quali fa parte il barone Thèodore de Bussières, venuto dal Protestantesimo e amico del fratello sacerdote. Il de Bussières non solo impegna gli amici perché preghino per quel giovane ebreo, ma quasi come per una sfida lo convince a portare su di sé la "Medaglia miracolosa". Di più: ottiene da lui la promessa (poi mantenuta) di ricopiare il testo della famosa preghiera di san Bernardo che inizia con il Memorare, quel "Ricordati, Vergine Maria, che non si è mai sentito al mondo che qualcuno abbia invocato il tuo soccorso e sia stato abbandonato…". Malgrado abbia già prenotato la partenza in diligenza per Napoli (per proseguire poi da qui, in bastimento, verso Instambul e da lì in Palestina) Alphonse, spinto da una forza misteriosa, decide di restare ancora qualche giorno a Roma. Nella tarda mattinata del 1842 accompagna il barone de Bussières nella chiesa di Sant'Andrea delle Fratte, dicendo che resterà sulla carrozza mentre quel suo conoscente (più che amico) deve intendersi con i frati per l'organizzazione di un funerale. Malgrado l'intenzione di trattenersi su quel veicolo nobiliare, restato solo con il cocchiere, la curiosità di vedere l'interno della chiesa lo spinge ad entrare. E qui del tutto inaspettato, giungerà il "colpo di fulmine" che sconvolgerà radicalmente la sua vita, cambiandola per sempre. Diamo a lui la parola, traducendo il testo che Renè Laurentin (dedicatosi per anni anche alla ricostruzione critica di questo caso) ha ricostruito sulle fonti più sicure. "All'improvviso, mi sentii preso da uno strano turbamento e vidi come scendere un velo davanti a me. La chiesa mi sembrò tutta oscura, eccettuata una cappella, come se la luce si fosse concentrata tutta là. Non posso rendermi conto di come mi sia trovato in ginocchio davanti alla balaustra di quella cappella: in effetti, ero dall'altra parte della chiesa e tra me e la cappella c'erano, a sbarrare il passo, gli arredi che erano stati montati per un funerale. Levai comunque gli occhi verso la luce che tanto risplendeva e vidi, in piedi sull'altare, viva, grande, maestosa, bellissima e dall'aria misericordiosa, la santa vergine Maria, simile nell'atto e nella struttura all'immagine della Medaglia che mi era stata donata perché la portassi. Cercai più volte di alzare gli occhi verso di lei, ma il suo splendore e il rispetto me li fecero abbassare, senza impedirmi però di sentire l'evidenza dell'apparizione. Fissai lo sguardo, allora, sulle sue mani e vidi in esse l'espressione del perdono e della misericordia. Con quelle stesse mani, mi fece segno di restare inginocchiato. Ma una forza irresistibile mi spingeva verso di lei. Alla sua presenza, benché ella non abbia detto alcuna parola, compresi di colpo l'orrore dello stato in cui mi trovavo, la deformità del peccato, la bellezza della religione cattolica: in una parola, compresi tutto, di colpo".

La sconvolgente testimonianza di Ratisbonne termina con una frase che, per tutta la vita, amò ripetere: "Elle ne m'a rien dit, mais j'ai tout compris" ("Lei non mi ha detto nulla, ma ho capito tutto"). Come divorato nel desiderio di ricevere il battesimo (la cui importanza era stata rivelata), undici giorni dopo è ammesso al sacramento, assumendo il semplice nome di "Maria", che non abbandonerà neppure entrando nell'Ordine dei Gesuiti. Ordinato sacerdote nel 1848, resterà nella Compagnia con soddisfazione sua e dei superiori per alcuni anni: l'abbandonerà, in pieno accordo anche con il Papa, per unirsi al fratello Thèdore (prete già dal 1830, come sappiamo) che aveva fondato una congregazione quella di Notre Dame de Sion, ancora esistente per la conversione degli ebrei al Vangelo. Morirà in Terra Santa, ad Ain Karin, il luogo tradizionale della Visitazione di Maria a Elisabetta. Curiosa l'annotazione che ho trovato nel Diario di Paul Claudel, alla data del 14 marzo 1950: "La Provvidenza riservava a un giudeo convertito, padre Alphonse Ratisbonne, l'onore di ritrovare, sotto l'ammasso di rifiuti da lui acquistati a Gerusalemme, il lastricato autentico del Litostroto, il luogo dell'Ecce Homo". In effetti, è proprio così: il luogo comprato a Gerusalemme dai due fratelli Ratisbonne, nel 1856, si rivelerà uno dei più illustri della storia evangelica, addirittura il posto dove Pilato aveva stabilito il suo tribunale la fatale mattina di quel venerdì che precedeva la Pasqua. In Terra Santa, comunque, il lavoro dei due fratelli convertiti sarà massacrante e sarà posto soprattutto a favore degli orfani e, in genere, dei giovani (musulmani, ebrei, cristiani) privi di mezzi di sussistenza. Sulla conversione di Alphonse più ancora che su quella di Thèodore si accanirà l'opposizione violenta da parte dei membri della sua numerosa famiglia e dei correligionari sparsi in mezza Europa. Questa conversione, seguita all'esperienza del 20 gennaio 1842 a Sant'Andrea delle Fratte, fu sottoposta a processo davanti al tribunale canonico del Vicario di Roma. Sfilarono molti testi giurati, e dopo mesi di lavoro, il cardinale Costantino Patrizi firmava un decreto (porta la data del 3 giugno 1842) che così si conclude: "Consta pienamente la verità dell'insigne miracolo operato da Dio onnipotente per intercessione della Beata Vergine Maria, cioè la istantanea e perfetta conversione di Alfonso Ratisbonne dall'Ebraismo".

Alle diffamazioni che accompagnarono la vita di "padre Maria", come volle sempre essere chiamato, si sono poi unite le divagazioni psicologiche o psicanalitiche, per ridurre a fenomeno patologico la visione che determinò la conversione. Non è qui il caso di entrare in discussioni di questo tipo. Basti però ricordare quale sia stata la forza dell'evento di quel 20 gennaio 1842: per 42 anni, sino alla morte (sopravvenuta nel mese "mariano" di maggio, del 1884), Alphonse Ratisbonne mai mise in dubbio la verità di quanto gli era successo e fu fedele alla sua assistenza di sacrificio, come religioso impegnato al contempo nella preghiera e nell'azione. Poco prima della morte uscì in espressioni come questa: "Perché mi tormentate con le vostre cure? La Santissima Vergine mi chiama e io ho bisogno di lei. Desidero solo Maria! Per me è tutto". All'avvicinarsi della fine, pur ribadendo di sentirsi peccatore, confidò ai suoi che lo assistevano di non temere la morte ma di desiderarla, per vedere finalmente faccia a faccia la Signora che gli era apparsa splendente di luce, per pochissimi minuti, in quel lontano inverno romano. Una "illusione" una "manifestazione patologica"; i cui effetti vanno così in profondità e durano tanto? Tutti quei decenni di fedeltà al lampo nella cappella di Sant'Andrea sono la migliore smentita.

Vittorio Messori
Tratto da "Jesus", XXI (1999), n. 1




Altre testimonianze

Una guarigione miracolosa

Durante il mio soggiorno a Parigi, la Gospa non aveva previsto di lasciarmi riposare.
Appena arrivata, vengo a conoscenza di un racconto, ancora segreto, di quello che aveva appena fatto... Impossibile non raccontarlo!

Era il gennaio scorso: 'La Superiora delle Suore di Carità stacca il telefono. Una voce d'uomo suona alle sue orecchie, una voce che viene da lontano con un forte accento straniero. Un messaggio urgente dell'arcivescovo di Recife in Brasile. Da quando è superiora alla Rue du Bac, dovrebbe essere abituata a questo genere di chiamate, ma ancora una volta il suo cuore sobbalza e lei deve riprendere il fiato per rispondere all'arcivescovo che dice di avere tutte le prove in mano, tutti i documenti e di garantire la veridicità della stona... La storia? Tutto comincia tre settimane prima.

Una brasiliana sbarca a Parigi. Ci teneva molto a fare questo lungo viaggio perché da qualche tempo il suo cuore di madre è affranto dal dolore e ha sentito dire che in Rue du Bac la Madonna fa spesso grandi cose per coloro che vengono ad implorarla. Ha preso con sé la piccola Sandra, la porterà alla Rue du Bac per implorare un miracolo. La farà sedere sulla poltrona dove Maria stessa si è seduta quando è apparsa a Caterina Labouré e allora sicuramente succederà qualche cosa. Parlerà a Maria come una madre parla ad un'altra madre; griderà verso di Lei. Sandra non ha che 5 anni e la sua malattia è dichiarata incurabile. Non può restare così, che avvenire può sperare con una tale paralisi? Maria vedrà la sua disperazione e non la lascerà partire senza fare niente... La madre e la bambina passano sotto il grande porticato del convento, raggiungono in fondo al cortile la cappella della medaglia miracolosa ed entrano.

Una fitta folla prega.

La madre riconosce i luoghi contemplati così spesso sulle cartoline postali e avanza lentamente verso il coro. Prega in ginocchio con la piccola, ha individuato la poltrona. Che peccato! È circondata da un cordone e non si può raggiungerla! Ma per i Brasiliani, come per gli Italiani, i cordoni non sono necessariamente degli ostacoli, e la piccola Sandra non è venuta da così lontano per toccare la poltrona solo con gli occhi! Come fare...? Ah, ecco alcune suore che sono indaffarate presso l'altare. - Sorella per favore lasci che la piccola si sieda sulla poltrona! - Scusi tanto signora, non posso permetterglielo perché allora tutti lo chiederebbero e non è possibile... - Il cuore della madre è pieno di disperazione per il divieto. La poltrona faceva parte del suo piano, del suo pellegrinaggio! Bisogna trovare una soluzione... Toh! Le suore se ne sono andate, osserva un po' più tardi.

Un'idea brilla nel suo povero cuore e lei bisbiglia a sua figlia: - Ascoltami bene: passerai sotto il cordone e velocissimamente scivolerai a quattro zampe sotto la poltrona. Quando sarai sotto toccherai con la mano il posto dove la Madonna si è seduta e poi tornerai subito qui. Ma vacci velocissimamente! - La piccola non se lo fa ripetere due volte. Raggiunge a quattro zampe la poltrona, abbastanza in fretta, per quanto glielo permette il suo crudele handicap. Ma invece di seguire le istruzioni, posa lungamente la guancia sul velluto del sedile! La madre resta immobile, poi la piccola torna con calma da lei. - Perché l'hai fatto, brontola la madre, ti avevo ben detto di andare soltanto sotto e velocissimamente. - Ma mamma, risponde la bambina radiosa, è la Signora che mi ha detto di posare la testa sulle sue ginocchia! -

Al ritorno in Brasile la bambina era completamente guarita. La storia ha fatto tanto di quel chiasso laggiù che l'arcivescovo di Recife ha voluto avvisare lui stesso le Suore della Carità in Rue du Bac.

Aveva in mano tutta la documentazione medica, tutte le pezze necessarie per affermare questa guarigione umanamente inspiegabile.

- Sa, - rispondono senza scomporsi le suore - qui, di miracoli, ce ne sono tutti i giorni!

Tratto dal libro: "Medjugorje:il trionfo del cuore",
di suor Emmanuel
Edizioni Shalom




Un caso di possessione

Ecco un altro episodio che testimonia sempre di più la veridicità della promessa della Madonna.

Una vedova cinese aveva un unico figlio che amava con tutta se stessa. Ma un brutto giorno il demonio si impossessò di lui. Vagava il povero figliolo di qua e di là senza trovare pace; tutti lo fuggivano proprio come quell'ossesso di cui ci parla il Vangelo. Un cristiano, che venne a sapere del fatto, volle aiutare quel giovane e consolare la madre disperata. Aveva con sè una Medaglia miracolosa; la prese in mano e la mostrò al giovane ossesso il quale immediatamente fu liberato dal demonio, per la potenza della Vergine Immacolata raffigurata in quella Medaglia.

Tratto da Maria di Nazareth


Santi innamorati di Maria


San Luigi Maria Grignon da Montfort

San Luigi Maria Grignion da Montfort

Sacerdote

Festa: 28 aprile

Montfor, Rennes, Francia, 1673 - St. Laurent-sur-Sèvre, Francia, 28 aprile 1716

Luigi Maria percorse le regioni occidentali della Francia predicando il mistero della Sapienza eterna, Cristo incarnato e crocifisso, e insegnando ad andare a Gesù per mezzo di Maria. Associò sacerdoti e fratelli alla propria attività apostolica, e scrisse le regole dei Missionari della Compagnia di Maria. Fu proclamato santo da Pio XII il 20 luglio 1947. Tra i suoi scritti si ricordano il "Trattato della vera devozione alla Santa Vergine" e "L'amore dell'eterna Sapienza".



San Massimiliano Maria Kolbe

San Massimiliano Maria Kolbe

Sacerdote e martire

Festa: 14 agosto

Zdunska-Wola, Polonia, 8 gennaio 1894 - Auschwitz, 14 agosto 1941

Massimiliano Maria Kolbe nasce nel 1894 a Zdunska-Wola, in Polonia. Entra nell'ordine dei francescani e, mentre l'Europa si avvia a un secondo conflitto mondiale, svolge un intenso apostolato missionario in Europa e in Asia. Ammalato di tubercolosi, Kolbe dà vita al «Cavaliere dell'Immacolata», periodico che raggiunge in una decina d'anni una tiratura di milioni di copie. Nel 1941 è deportato ad Auschwitz. Qui è destinato ai lavori più umilianti, come il trasporto dei cadaveri al crematorio. Nel campo di sterminio Kolbe offre la sua vita di sacerdote in cambio di quella di un padre di famiglia, suo compagno di prigionia. Muore pronunciando «Ave Maria». Sono le sue ultime parole, è il 14 agosto 1941. Giovanni Paolo II lo ha chiamato «patrono del nostro difficile secolo». La sua figura si pone al crocevia dei problemi emergenti del nostro tempo: la fame, la pace tra i popoli, la riconciliazione, il bisogno di dare senso alla vita e alla morte.



Beato Giovanni Paolo II (Karol Wojtyla)

Beato Giovanni Paolo II (Karol Wojtyla)

Papa

Festa: 22 ottobre

Wadowice, Cracovia, 18 maggio 1920 - Vaticano, 2 aprile 2005

(Papa dal 22/10/1978 al 02/04/2005 ). Nato a Wadovice, in Polonia, è il primo papa slavo e il primo Papa non italiano dai tempi di Adriano VI. Nel suo discorso di apertura del pontificato ha ribadito di voler portare avanti l'eredità del Concilio Vaticano II. Il 13 maggio 1981, in Piazza San Pietro, anniversario della prima apparizione della Madonna di Fatima, fu ferito gravemente con un colpo di pistola dal turco Alì Agca. Al centro del suo annuncio il Vangelo, senza sconti. Molto importanti sono le sue encicliche, tra le quali sono da ricordare la "Redemptor hominis", la "Dives in misericordia", la "Laborem exercens", la "Veritatis splendor" e l'"Evangelium vitae". Dialogo interreligioso ed ecumenico, difesa della pace, e della dignità dell'uomo sono impegni quotidiani del suo ministero apostolico e pastorale. Dai suoi numerosi viaggi nei cinque continenti emerge la sua passione per il Vangelo e per la libertà dei popoli. Ovunque messaggi, liturgie imponenti, gesti indimenticabili: dall'incontro di Assisi con i leader religiosi di tutto il mondo alla preghire al Muro del pianto di Gerusalemme. Così Carol Wojtyla traghetta l'umanità nel terzo millennio. La sua beatificazione ha luogo a Roma il 1° maggio 2011

Alcuni Terziari Francescani.
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INVIA LA RICHIESTA DI PREGHIERA

Si chiede ad ogni servo del Vangelo di ricordare nelle proprie preghiere le intenzioni che pervengono al sito.
November 19, 2011
massimo
dall'1 al 5 dicembre accompagnerò un gruppo a medjugorje. chiedo preghiere per il cuore di ognuno e, in particolare per i due sacerdoti che verrano con noi grazie con tutto il cuore.


November 16, 2011
GIANNI
Porto sempre con me la Medaglia Miracolosa. Invoco Maria concepita senza peccato di pregare per tutti noi. Ho bisogno di grandi grazie per riuscire a convertirmi. Chiedo a tutti di pregare per me. 


November 09, 2011
Luciana ( Roma)
Chiedo a tutti di unirsi alle mie preghiere, per la conversione della mia famiglia. Maria intercedi presso il Padre e che il nostro cuore diventi simile al tuo.


November 08, 2011
eleonora
Cara Mamma, tu sai già quello che tormenta la mia famiglia...aiutaci...sopratutto aiuta mio marito a trovare un lavoro e ad allontanarsi da tutte le insidie che tu sai...proteggi i miei figli e i mie genitori...grazie ti voglio bene


November 05, 2011
ALBERTO
TI PREGO SANTISSIMA MARIA INTERCEDI PRESSO GESU' AFFINCHE' ILLUMINI LA MENTE E IL CUORE DI MIA MOGLIE SARA CHE VUOLE A TUTTI I COSTI LA SEPARAZIONE E PENSI AI NOSTRI 3 BIMBI.ALLONTANA DA LEI LE PERSONE CHE LE SUGGERISCONO IL MALE.TUO ALBERTO 


November 04, 2011
luisa
Chiedo preghiere per Ida: ha problemi di salute. La Mamma celeste l'aiuti.


November 04, 2011
silvana
da 10 anni mio marito si e' allontanato dalla famiglia.non ho mai fatto la separazione . desidero preghiere per lui e per i nostri tre figli.in particolare per uno, che ha preso una brutta strada da molto tempo.grazie amo la vita e ringrazio Gesu' e Maria .


November 04, 2011
ALBERTO
Chiedo una preghiera alla Madonna perchè mia moglie Sara vuole la separazione.Non ci sono gravi problemi,ma lei non è più in sè.Abbiamo tre figli. Grazie


October 30, 2011
betty
chiedo vs preghiere per riconciliazione matrimonio tra me elisabetta e maurizio vi ringrazio di cuore 


October 28, 2011
marida
salve pregate con me perchè ho gravissimi prob lemi economici grazie

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