Benvenuto: PAX et BONUM

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mercoledì 30 novembre 2011

Mercoledì 30 novembre 2011

Mercoledì 30 novembre 2011

Sant’Andrea apostolo
Parola del giorno
Lettera ai Romani 10,9-18; Salmo 18,2-5b; Vangelo di Matteo 4,18-22

Antifona e Salmo 18,2-5b

Per tutta la terra si diffonde il loro annuncio.
2 I cieli narrano la gloria di Dio,
l’opera delle sue mani annuncia il firmamento.
3
Il giorno al giorno ne affida il racconto
e la notte alla notte ne trasmette notizia.
4 Senza linguaggio, senza parole,
senza che si oda la loro voce,
5
per tutta la terra si diffonde il loro annuncio
e ai confini del mondo il loro messaggio.

Vangelo di Matteo 4,18-22

In quel tempo, 18 mentre camminava lungo il mare di Galilea, Gesù vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. 19 E disse loro: «Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini». 20 Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono.
21
Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello, che nella barca, insieme a Zebedèo loro padre, riparavano le loro reti, e li chiamò. 22 Ed essi subito lasciarono la barca e il loro padre e lo seguirono.

Subito

Subito, in greco euthùs, è un avverbio con significato di: “rettamente drizzato, dritto; schietto, giusto; subito, corretto, immantinente”. È uno degli avverbi preferiti dal vangelo e dall’amore. Il subito del vangelo non porta con sé la tensione della fretta, della pressione, dell’ansia, della paura, ma l’energia della risposta d’amore nella sua pienezza. Il subito del vangelo è nel tempo e nello spazio e in tutte le altre dimensioni e direzioni, è nello spirito e nei muscoli, nella mente e nei piedi, come il di Maria all’angelo Gabriele. Il subito evangelico non è una risposta, ma è la risposta, l’unica risposta possibile a Gesù che chiama. Subito sviscera completamente l’energia del cuore, la dedizione dell’intelligenza, l’assenza del dubbio, il silenzio delle domande. Nel subito evangelico non c’è collegamento al passato, né rimpianto per le cose che sono state, non c’è ansia di prestazione, né tensione per le prospettive, ma solo la determinazione umile e amante del presente. Nel subito evangelico c’è tutta la scelta interiore, il coinvolgimento dell’essere, l’abbandono del cuore insieme alla perfetta, assoluta e umile consapevolezza di non avere le forze perché quel subito diventi subito un sempre. Il subito dell’amore è magnifico, ma poi ci vuole cammino, perseveranza, gradualità, amore e preghiera perché diventi il sempre. Solo rimanendo uniti a Lui, il subito dell’amore può diventare il sempre dell’amante. Pietro e suo fratello Andrea, Giacomo e suo fratello Giovanni hanno scelto e risposto a Gesù con il loro entusiasmante, giovane, fresco, potente subito, ma poi, attraverso quante cadute, tradimenti, infedeltà, paure, rinnegamenti, errori e peccati, quel subito è diventato un sempre nelle mani di Dio e nel cuore di quegli uomini? Davanti a Dio non occorre essere perfetti nel sempre, ma nel subito. Chi mai potrebbe essere perfetto nel sempre? L’amore chiede la risposta del subito, la risposta del subito per ricominciare, per ripartire, per chiedere e offrire perdono. Solo Dio ama subito e sempre, lui ci darà la forza per trasformare in sempre i nostri piccoli, ma decisi, subito.

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