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lunedì 28 novembre 2011

Passando dal sogno alla realtà, Giacobbe intuì che non era solo e abbandonato, come pensava, e che il suo tempo era tempo di speranza, non di disperazione.

«... Passando dal sogno alla realtà, Giacobbe intuì che non era solo e abbandonato, come pensava, e che il suo tempo era tempo di speranza, non di disperazione. Le coordinate spazio-temporali che lo stringevano nella morsa della paura, dandogli l'impressione di essere pellegrino sperduto in un mondo senza più riferimenti, si tramutavano in coscienza del rapporto tra il destino umano e il suo significato custodito fuori dal tempo e dallo  spazio...» 

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