- Il tempo delle ragionevoli speranze supera le epoche senza speranze e spegne quelle smisurate: è il tempo dell’Avvento di Cristo.
Il tempo delle esistenze e dei limiti, che è misura dell’animo, delle timide gioie, ma anche avvio d’incontro coi tempi senza confini, laddove si può ritrovare Dio. E intanto si dilatano spazi per ritrovare tanti uomini in esodo verso vivibili lidi e nuove dimore, alla ricerca di autentiche vite.
- Le angosce distruttive prodotte da catastrofiche profezie, le utopie esasperate di superumanesimi scientisti lasciano il posto a reali e concrete ragionevoli speranze.
Dove “solo un Dio ci potrà salvare”, con il concorso dell’uomo.
- Esodi, liberazioni e traguardi raggiunti risultano le tappe di ogni avvento: quello storico di un popolo, quello messianico, quello sacramentale, di oggi e del tempo futuro.
Giovanni ha svolto la funzione di facilitatore, pedagogo e testimone. Il Messia ha tradotto nella storia il “racconto” divino: ha compiuto esodi, è uscito fuori dal privilegio di essere uguale a Dio, dalla stessa vita, realizzando processi di liberazione.
- Si è così compiuto il tempo delle speranze. Siamo pertanto invitati a rivisitare il racconto della liberazione/salvezza: a rileggerlo da acuti e sapienti lettori della storia della salvezza, a ripercorrerlo da attori-protagonisti, coinvolti, destinatari e fruitori, a narrarlo con l’ottimismo di un’autentica liberazione.
- Si intravede così l’avvento di un popolo nuovo, di una nuova società, a cominciare da ogni individuo/persona, tassello e connettivo di umanità e di società liberata e rinnovata.
- E l’Avvento diventa così personale, impellente ed interrogante: se non ora quando ?
Quando vi sono valori da rifondare: giustizie da sperimentare, doni liberanti da comunicare, parole-proposte di concrete salvezze.
- Mentre il Signore cammina e narra esodi più volte rivissuti, in cerca di sentieri affollati di uomini desiderosi di significati, di popoli che tentano di ricostruire proprie esistenze in libertà.
- E per vedersi ed incontrarsi, si abbattono pregiudizi e riserve, guardandosi in umili sguardi tra il Figlio di Dio e i figli dell’uomo
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