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domenica 20 novembre 2011

La Comunità FRATERNITA' VANGELO & CARITA

CHI SIAMO
La Comunità FRATERNITA' VANGELO & CARITA' (dal Greco oikía, "bene comune", "casa comune", "famiglia", "popolo", termine che designava le prime comunità delle origini) esiste dal 2009 a oggi e nasce da una piccola comunità familiare allargata che riunisce "due o più" persone che scelgono di condurre un cammino comune secondo gli insegnamenti del Vangelo annunciato e praticato da Gesù.

Si ispira all'esempio della prima comunità cristiana descritta negli Atti degli Apostoli (Atti 2, 44 - 45; 4, 32.34 - 35: "Tutti i credenti vivevano insieme e mettevano in comune tutto quello che possedevano. Vendevano le loro proprietà e i loro beni e distribuivano il ricavato fra tutti, secondo le necessità essenziali di ciascuno."; "La comunità dei credenti viveva unita e... tutto quello che avevano lo mettevano insieme... Tra i credenti nessuno mancava del necessario, perché quelli che possedevano campi o case li vendevano, e i soldi ricavati li mettevano a disposizione di tutti..., e poi venivano distribuiti a ciascuno secondo le sue necessità.").

Questa comunità quindi, in stile di condivisione e reciproca misericordia, ricerca insegnamento nel "pro-vocante" ascolto della Parola e delle urgenze sociali, svolgendo, unita, azioni di solidarietà ed accoglienza a partire dai più piccoli (Matteo 25, 37 - 40.45: "Signore, quando ti vedemmo affamato e ti demmo da mangiare, assetato e ti demmo da bere? Quando ti vedemmo pellegrino e ti ospitammo? Nudo e ti coprimmo? Quando ti vedemmo malato o in carcere e venimmo a trovarti? ... Tutto quello che avete fatto a uno dei più piccoli di questi miei fratelli, l'avete fatto a me ... e ciò che non avete fatto a questi non lo avete fatto a me.") per testimoniare che la proposta annunciata e praticata da Gesù, nella limitatezza umana e la grandezza del Suo amore, è esperienza possibile, "pro-vocante", unitaria, di giustizia concreta a partire da sé stessi, nella società.

La Comunità, per il diritto civile, è un'associazione di volontari con uno statuto; ha una cassa comune e pratica la comunione di beni (Luca 12, 15 - 21). Non è un "istituto minorile", né un "centro d'accoglienza", né una "casa-famiglia". In questa comunità donne e uomini adulti, coniugati e non, accolgono come figli (per brevi o lunghi periodi stabiliti dalle autorità competenti) bambini in stato di disagio; e li accolgono in tutto come e/o insieme ai figli naturali.

L'accoglienza di ogni figlio (naturale e/o legale) si ispira ai legami di figliolanza e genitorialità annunciati dal Vangelo (Giovanni 1, 11 - 13: "è venuto nel mondo che è suo ma molti non lo hanno accolto. A quelli però che lo accolgono dà il potere di diventare figli di Dio non per consanguineità, né per volontà carnale, né per volontà umana...") ed espressi da Gesù sulla croce nell'atto di affidamento tra il discepolo Giovanni e la madre Maria (Giovanni 19, 26 - 27: "Gesù, dunque, vista sua madre e accanto a lei il discepolo Giovanni, disse: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!»").

Allora è l'attenzione, è la cura, sono le gioie e le difficoltà condivise di ogni giorno che ci fanno veri figli, figlie, veri fratelli, vere sorelle, vere mamme, veri papà, uniti, giorno dopo giorno, da relazioni di accoglienza reciproca e cammino comune.

Accogliamoci quindi, e prendiamoci cura gli uni degli altri, ogni giorno; prendiamoci cura anche dei piccoli in difficoltà. Hanno tutti diritto di essere accuditi perché un giorno anche loro possano prendersi cura di altri.
Allora saremo vivi... perché la vita avrà trovato accoglienza in noi.

Saluti affettuosi

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