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giovedì 24 novembre 2011

VENERDÌ 25 NOVEMBRE 2011 34a settimana del Tempo Ordinario Parola del giorno

VENERDÌ 25 NOVEMBRE 2011

34a settimana del Tempo Ordinario
Parola del giorno
Danièle 7,2-14; Salmo: Danièle 3,75a.76a.77a-78a.79a.80a.81; Vangelo di Luca 21,29-33

ANTIFONA E SALMO Danièle 3,75a.76a.77a-78a.79a.80a.81

A lui la lode e la gloria nei secoli.
75 Benedite, monti e colline, il Signore.
76 
Benedite, creature tutte
che germinate sulla terra, il Signore.
77 Benedite, sorgenti, il Signore.
78 
Benedite, mari e fiumi, il Signore.
79 Benedite, mostri marini
e quanto si muove nell’acqua, il Signore.
80 
Benedite, uccelli tutti dell’aria, il Signore.
81 Benedite, animali tutti, selvaggi e domestici, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.

VANGELO DI LUCA 21,29-33

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli 29 una parabola: «Osservate la pianta di fico e tutti gli alberi: 30 quando già germogliano, capite voi stessi, guardandoli, che ormai l’estate è vicina. 31 Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino.
32 
In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto avvenga. 33 Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno».

NON PASSERANNO

Perché le parole di Gesù non passeranno? Perché sono quelle di Dio? Non solo e non proprio. L’approccio religioso, confessionale prevede di credere alle parole di Gesù e di dar loro autorevolezza e credito perché si crede che Gesù è Dio, il Figlio di Dio, in pratica la fede in Gesù Dio rende potente e affidabile la Parola di Gesù. L’approccio più spirituale, invece, prevede di credere che Gesù è Dio, il Figlio di Dio, dall’autorevolezza, la potenza, l’affidabilità, la razionalità, la lucidità delle sue parole. Le parole di Gesù non passeranno non solo perché lui lo afferma, ma perché nelle sue parole c’è tutto. Nella Parola di Gesù c’è il suono creativo che tutto ha generato nel cosmo, nelle realtà visibili e in quelle invisibili. C’è il suono che sostiene e alimenta di energia la vita una volta generata. Ci sono le informazioni e le procedure utili al funzionamento di tutto e di ogni cosa, c’è anche l’energia e la procedura del ripristino e del riposizionamento in asse vitale della vita nel momento in cui accade la disarmonia e il disassamento. Nelle parole di Gesù c’è il principio generante, il sostentamento e il compimento, il senso, il fine, l’approdo di tutto ciò che esiste. Il cielo e la terra passeranno, ma la sua Parola non passerà, per il semplice motivo che è la Parola che tutto ha generato e fa sussistere, e senza questa Parola  nulla di ciò che vive esisterebbe e potrebbe sopravvivere. Se le parole di Gesù smettessero di essere, smetterebbe di esistere il cielo e la terra all’istante, e tutto ciò che vive in essi. In questo senso è ovvio che le parole di Gesù non possono assolutamente passare prima che passino il cielo e la terra, perché ne sono la spinta creativa e il sostegno vitale. Le parole di Gesù, però – se mai si potesse dire –, hanno un limite, un difetto intrinseco. Le parole di Gesù non danno risposte alle domande sbagliate, non offrono procedure a chi non le cerca correttamente, non forniscono energia e informazioni, dunque conoscenza, a chi pensa di sapere. Gesù stesso rivela al mondo questo limitedella sua parola quando dice: Io ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, che hai nascosto queste cose ai dotti e ai sapienti e le hai rivelate ai piccoli (Luca 10,21). Il meraviglioso limite delle parole di Gesù è che possono rimanere sorde alle domande e mute nelle risposte di coloro che credono di sapere, dei dotti e dei sapienti della terra, degli arroganti e dei superbi.
Quando non avremo più risposte dagli addestramenti e dai sistemi di persuasione umani, solo allora inizieremo a fare le domande giuste, e il vangelo inizierà a parlare, a suonare, a cantare nel cuore dell’umanità. Quando tu leggi qualsiasi cosa scritta da mente umana, pur molto elevato, spirituale, illuminato, saggio, sei sempre tu che leggi qualcosa di esterno a te, che puoi riconoscere come tuo o meno e, cercando di capirlo e di comprenderlo, lo fai entrare dentro di te. Quando leggi il vangelo, è il vangelo che da dentro legge te e non senti che ti appartiene, ma che tu da sempre appartieni a lui, alle vibrazioni di quel suono, alla linea di quell’asse, alla luce di quel fulgore, alla semplicità di quella sapienza. Il fatto poi che siamo certi che le sue parole non passeranno ci offre un ragionevole margine di tempo per risvegliarci e per iniziare a metterle in pratica con amore e gioiosa dedizione.

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