Benvenuto: PAX et BONUM

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venerdì 18 novembre 2011

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Comunità Servi del Vangelo: Famiglia Missionaria Gioventù Cattolica Francescana-Mariana della Divina Misericordia: Gruppo di Preghiera FRATERNITA' VANGELO & CARITA'Famiglie, laici, consacrati e sacerdoti insieme per il regno di Dio al servizio del Prossimo.
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Siamo fratelli e sorelle che dal 14 giugno 2009 a oggi viviamo il Vangelo nella nostra realtà quotidiana e in fraternità con lo stile radicale, illuminato e gioioso di S. Francesco d'Assisi... siamo missionari laici al servizio della parola e testimonianza alla carità e alla fratellanza universale per la pace.
MANDATO ALLA FAMIGLIA FRANCESCANA
· Cercate la persona vivente e operante di Cristo nei fratelli, nella Scrittura e nella Chiesa.
· Annunciate Cristo con la vita e con la parola,osservando il suo Vangelo secondo l’esempio di san Francesco d’Assisi.
· Seguite Cristo, povero e crocifisso, testimoniandolo anche fra le difficoltà e le persecuzioni
· Fate della preghiera e della contemplazione l’anima del vostro essere e del vostro operare.
· Testimoniate a Maria il vostro ardente amore imitando la sua incondizionata disponibilità.
· Adempite fedelmente agli impegni propri della vostra condizione nelle diverse circostanze della vita, esercitando con competenza le vostre responsabilità.
· Semplificate le vostre materiali esigenze, purificando il cuore da ogni tendenza e cupidigia di possesso.
· Accogliete tutti gli uomini con animo umile e cortese, lieti di mettervi alla pari di tutti, specie dei più piccoli.
· Siate presenti e coraggiosi nel promuovere la giustizia nella vita pubblica, impegnandovi in scelte concrete e coerenti.
· Ricercate sempre le vie dell’unità e delle fraterne intese.
· Fate delle vostre famiglie il segno di un mondo gia rinnovato in Cristo, vivendo lo spirito di pace, fedeltà e rispetto della vita.
· Camminate gioiosamente con i vostri figli nel loro itinerario umano e spirituale.
· Siate in ogni circostanza messaggeri di perfetta letizia, portatori di gioia e di speranza tra gli uomini anche con il saluto di PACE e BENE!
Carissimi fratelli e sorelle in Cristo pregate col cuore e con Fede per:
1) QUANTI NON CREDONO IN DIO.
2) QUANTI SONO POSSEDUTI DAL DEMONIO, DAL POTERE E DAL dio DENARO.
3) LA CONVERSIONE DELLA NOSTRA COMUNITA' E DELLE CHIESE.
4) QUANTO DANNO CATTIVA TESTIMONIANZA DELLA FEDE.
5) QUANTI ESERCITANO PRATICHE SUPERSTIZIOSE E DI RITI SATANICI.
6) QUANTI VIVONO NELLA SESSUALITA' DISORDINATA E NEI VIZI DI QUESTO MONDO.
7) QUANTI VIVONO NELL'ODIO.
8) QUANTI HANNO FATTO SOFFRIRE QUALCUNO.
9) LA MISSIONE DEI SACERDOTI, RELIGIOSI, LAICI.
10) PER IL NOSTRO VESCOVO.
11) PER IL NOSTRO SANTO PADRE BENEDETTO XVI.
12) PER LA CHIESA CATTOLICA.
13) PER LE VOCAZIONI.
14) PER LA PACE E LA FRATELLANZA FRATERNA.
15) PREGHIERA PER TUTTI GLI ESORCISTI.
16) PER L'UNITA' DEI POPOLI E DELLE RELIGIONI.
17) PER QUELLI CHE NON HANNO VOCE.
18) PER TUTTI I CRISTIANI LONTANI DALLA CHIESA.
19) UNA TUA LIBERA INTENZIONE VERSO UN ASPETTO NON MENZIONATO.
...
PROGETTO "VILLAGGIO DELLA SPERANSA - OASI DELLA PACE":
Il progetto nasce il 12 giugno 2011 (solennità di Pentecoste) dal desiderio di condividere la vita, secondo la specifica vocazione di ciascuno (consacrazione religiosa, matrimonio, celibato) per approfondire insieme la fede e la vita cristiana e per dedicarsi al servizio di chi è in difficoltà. Alcune delle persone che aderiscono scelgono di vivere insieme. Ad ogni nucleo è riservato uno spazio abitativo indipendente al fine di promuovere e rispettare la diversità dei ritmi e degli stili di vita tipici di ogni vocazione.
Altri, a cerchi concentrici, secondo le concrete possibilità e la disponibilità di ciascuno, condividono impegni, momenti specifici di confronto, decisioni da prendere, preghiera, convivialità, festa. Allargando un po’ il cerchio possiamo trovare singoli, famiglie e comunità che condividono il cammino di fede, l’impostazione di vita e i progetti del gruppo e
rispondono a richieste di ascolto, accoglienza, accompagnamento. Altri ancora scelgono di offrire un servizio professionale
o di sostenere in altro modo la vita del gruppo, periodicamente o occasionalmente, anche soltanto a livello economico. Insieme si vivono momenti comunitari di preghiera, condivisione della tavola, progettazione, ricerca di soluzioni,
verifica.
Il Progetto vuole offrire ascolto, accompagnamento, accoglienza, nello stile della famiglia allargata, a quanti, per motivi diversi, ne hanno bisogno, con un’attenzione tutta particolare per ogni tipo di povertà, soprattutto "relazionale", nell’ambito della cosiddetta "normalità". Non si tratta di fornire specifici interventi professionali a favore di situazioni gravemente devianti, ma di offrire la presenza e l’ambiente umano-affettivo tipico della famiglia, riconoscendo ad essa un valore terapeutico in quanto habitat naturale per la nascita, la crescita e l’intera esistenza della persona umana.
Ci sembra che un certo disagio "esistenziale" sia diffuso sia in situazioni di chiara emarginazione (povertà economica,
immigrazione, abbandoni familiari di minori, donne, anziani e disabili e a tutte le persone che non hanno voce...), sia sotto apparenze di normalità e persino di benessere.
ci occupiamo di:
assistenza ad anziani,Minori, malati Fisici e psichici, ammalati, carcerati, ex carcerati, tossicodipendenti, famiglie in difficoltà, prostitute, ex prostitute, poveri senza dimora, extracomunitari, barboni, clandestini, sfollati, ex Mafiosi, drogati, alcolisti, ragazze madri, orfani, immigrati, animazione, istruzione, educazione, Lotta alle Criminalità Organizzate ecc....
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REGOLA & VITA Francescano Secolare
CAPITOLO I
1
Tra le famiglie spirituali, suscitate dallo Spirito Santo nella Chiesa Cattolica Apostolica Romana, quella Francescana riunisce tutti quei membri del Popolo di Dio, laici, religiosi e sacerdoti, che si riconoscono chiamati alla sequela di Cristo, sulle orme di S. Francesco d’Assisi.
In modi e forme diverse, ma in comunione vitale reciproca, essi intendono rendere presente il carisma del comune Serafico Padre nella Vita e nella missione della Chiesa.
2
In seno a detta famiglia, ha una sua specifica collocazione l’Ordine Francescano Secolare. Questo si configura come un’unione organica di tutte le fraternità cattoliche sparse nel mondo e aperte ad ogni ceto di fedeli, nelle quali i fratelli e le sorelle, spinti dallo Spirito a raggiungere la perfezione della carità nel proprio stato secolare, con la Professione si impegnano a vivere il Vangelo alla maniera di S. Francesco e mediante questa Regola autenticata dalla Chiesa.
3
La presente Regola, dopo il Memoriale propositi (1221) e dopo le Regole approvate dai Sommi Pontefici Nicolò IV e Leone XIII, adatta l’Ordine Francescano Secolare alle esigenze ed attese della Santa Chiesa nelle mutate condizioni dei tempi. La sua interpretazione spetta alla Santa Sede e l’applicazione sarà fatta dalle Costituzioni Generali e da Statuti particolari.

Capitolo II
La forma di vita
4
La regola e la vita dei francescani secolari è questa: osservare il vangelo di nostro Signore Gesù Cristo secondo l’esempio di S. Francesco d’Assisi, il quale del Cristo fece l’ispiratore e il centro della sua vita con Dio e con gli uomini. Cristo, dono dell’Amore del Padre, è la via a Lui, è la verità nella quale lo Spirito Santo ci introduce, è la vita che Egli è venuto a dare in sovrabbondanza.
I francescani secolari si impegnino, inoltre, ad una assidua lettura del Vangelo, passando dal Vangelo alla vita e dalla vita al Vangelo.
5
I francescani secolari, quindi, ricerchino la persona vivente e operante di Cristo nei fratelli, nella sacra scrittura, nella Chiesa e nelle azioni liturgiche. La fede di S. Francesco che dettò queste parole:" Niente altro vedo corporalmente in questo mondo dello stesso altissimo Figlio di Dio se non il suo santissimo Corpo e il santissimo Sangue " sia per essi l’ispirazione e l’orientamento della vita eucaristica.
6
Sepolti e resuscitati con Cristo nel Battesimo che li rende membri vivi della Chiesa, e ad essa più fortemente vincolati per la Professione, si facciano testimoni e strumenti della sua missione tra gli uomini, annunciando Cristo con la vita e con la parola.
Ispirati a S. Francesco e con lui chiamati a ricostruire la Chiesa, si impegnino a vivere in piena comunione con il Papa, i Vescovi e i Sacerdoti in un fiducioso e aperto dialogo di creatività apostolica.
7
Quali " fratelli e sorelle della penitenza ", in virtù della loro vocazione, sospinti dalla dinamica del Vangelo, conformino il loro modo di pensare e di agire a quello di Cristo mediante un radicale mutamento interiore che lo stesso vangelo designa con il nome di "conversione", la quale, per la umana fragilità, deve essere attuata ogni giorno.
In questo cammino di rinnovamento il sacramento della Riconciliazione è segno privilegiato della misericordia del Padre e sorgente di grazia.
8
Come Gesù fu il vero adoratore del Padre, così facciano della preghiera e della contemplazione l’anima del proprio essere e del proprio operare.
Partecipino alla vita sacramentale della Chiesa, soprattutto all’Eucarestia, e si associno alla preghiere liturgica in una della forme della Chiesa stessa proposte, rivivendo così i misteri della vita di Cristo.
9
La Vergine Maria, umile serva del Signore, disponibile alla sua parola e a tutti i suoi appelli, fu circondata da Francesco di indicibile amore e fu designata Protettrice e Avvocata della sua famiglia. I francescani secolari testimoniano a Lei il loro ardente amore, con l’imitazione della sua incondizionata disponibilità e nella effusione di una fiduciosa e cosciente preghiera.
10
Unendosi all’obbedienza redentrice di Gesù, che depose la sua volontà in quella del Padre, adempiano fedelmente agli impegni propri della condizione di ciascuno nelle diverse circostanze della vita, e seguano Cristo, povero e crocifisso, testimoniando anche fra le difficoltà e le persecuzioni.
11
Cristo, fiducioso nel Padre, scelse per Sé e per la Madre sua una vita povera e umile, pur nell’apprezzamento attento e amoroso delle realtà create, così, i francescani secolari cerchino nel distacco e nell’uso una giusta relazione ai beni terreni, semplificando le proprie materiali esigenze, siano consapevoli, poi, di essere, secondo il Vangelo, amministratori dei beni ricevuti a favore dei figli di Dio.
Così, nello spirito delle "Beatitudini", s’adoperino a purificare il cuore da ogni tendenza e cupidigia di possesso e di dominio, quali "pellegrini e forestieri" in cammino verso la Casa del Padre.
12
Testimoni dei beni futuri e impegnati nella vocazione abbracciata all’acquisto della purità di cuore, si renderanno così liberi all’amore di Dio e dei fratelli.
13
Come il Padre vede in ogni uomo i lineamenti del suo Figlio, Primogenito di una moltitudine di fratelli, i francescani secolari accolgano tutti gli uomini con animo umile e cortese, come dono del Signore e immagine di Cristo.
Il senso di fraternità li renderà lieti di mettersi alla pari di tutti gli uomini, specialmente dei più piccoli, per i quali si sforzeranno di creare condizioni di vita di creature redente da Cristo.
14
Chiamati, insieme con tutti gli uomini di buona volontà,a costruire un mondo più fraterno ed evangelico per la realizzazione del regno di Dio, consapevoli che "chiunque segue Cristo, Uomo perfetto, si fa lui pure più uomo", esercitino con competenza le proprie responsabilità nello spirito cristiano di servizio.
15
Siano presenti con la testimonianza della propria vita umana ed anche con iniziative coraggiose tanto individuali che comunitarie, nella promozione della giustizia, ed in particolare nel campo della vita pubblica impegnandosi in scelte concrete e coerenti alla loro fede.
16
Reputino il lavoro come dono e come partecipazione alla creazione, redenzione e servizio dalla comunità umana.
17
Abbiano inoltre rispetto per le altre creature, animate e inanimate, che "dell’Altissimo portano significazione", e si sforzino di passare dalla tentazione di sfruttamento al francescano concetto di fratellanza universale.
19
Quali portatori di pace e memori che essa va costruita continuamente, ricerchino le vie dell’unità e delle fraterne intese, attraverso il dialogo, fiduciosi nella potenza del germe divino che è nell’uomo e nella potenza trasformatrice dell’amore e del perdono.
Messaggeri di perfetta letizia, in ogni circostanza, si sforzino di portare agli altri la gioia e la speranza.
Innestati alla Risurrezione di Cristo, la quale dà il vero significato a Sorella Morte, tendano con serenità all’incontro con il Padre.

Capitolo III
La vita in fraternità
20
L’Ordine Francescano Secolare si articola in fraternità a vari livelli: locale, regionale, nazionale e internazionale. Esse hanno singolarmente la propria personalità morale nella Chiesa. Queste fraternità di vario livello sono tra di loro coordinate e collegate a norma di questa Regola e delle Costituzioni.
21
Nei diversi livelli, ogni fraternità è animata e guidata da un consiglio e un Ministro (o Presidente), che vengono eletti dai Professi in base alle Costituzioni.
Il loro servizio, che è temporaneo, è impegno di disponibilità e di responsabilità verso i singoli e verso i gruppi.
Le fraternità al loro interno si strutturano a norma delle Costituzioni, diversamente secondo i vari bisogni dei loro membri e delle loro regioni, sotto la guida del Consiglio rispettivo.
22
La fraternità locale ha bisogno di essere canonicamente eretta, e così diventa la cellula prima di tutto l’Ordine e un segno visibile della Chiesa, comunità di amore. Essa dovrà essere l’ambiente privilegiato per sviluppare il senso ecclesiale e la vocazione francescana, nonché per animare la vita apostolica dei suoi membri.
23
Le domande di ammissione all’Ordine Francescano Secolare vengono presentate ad una fraternità locale, il cui Consiglio decide l’accettazione dei nuovi fratelli.
L’inserimento si realizza mediante un tempo di iniziazione, un tempo di formazione (…) e la Professione della Regola. A tale sequenza di sviluppi è impegnata tutta la fraternità anche nel suo modo di vivere. Riguardo all’età per la Professione e al segno francescano distintivo, ci si regoli secondo gli Statuti.
La Professione è di per sé un impegno perpetuo.
I membri che si trovino in difficoltà particolari, cureranno di trattare i loro problemi con il Consiglio in fraterno dialogo. Il ritiro o la definitiva dimissione dall’Ordine, se proprio necessaria, è atto di competenza del Consiglio di Fraternità, a norma delle Costituzioni.
24
Per incrementare la comunione tra i membri, il Consiglio organizzi adunanze periodiche ed incontri frequenti, anche con altri gruppi francescani, specialmente giovanili, adottando i mezzi più appropriati per una crescita di vita francescana ed ecclesiale, stimolando ognuno alla vita di fraternità. Una tale comunione prosegue con i fratelli defunti con l’offerta di suffragi per le loro anime.
25
Per le spese occorrenti alla vita della Fraternità e per quelle necessarie alle opere di culto, di apostolato e di carità, tutti i fratelli e le sorelle offrano un contributo commisurato alle proprie possibilità. Sia poi cura delle fraternità locali di contribuire alle spese dei Consigli delle fraternità di grado superiore.
26
In segno concreto di comunione e di corresponsabilità, i Consigli ai diversi livelli, secondo le Costituzioni, chiederanno religiosi idonei e preparati per l’assistenza spirituale (…….).
Per favorire la fedeltà al carisma e la osservanza della Regola e per avere maggiori aiuti nella vita di fraternità il ministro o presidente, d’accordo con il Consiglio, sia sollecito nel chiedere periodicamente la visita pastorale ai competenti Superiori religiosi e la visita fraterna ai responsabili di livello superiore, secondo le Costituzioni.
"E chiunque osserverà queste cose sia ricolmo in cielo della benedizione dell’altissimo Padre e in terra sia ripieno della benedizione del Figlio suo diletto con il Santissimo Spirito Paraclito….".
(Benedizione di S. Francesco d'Assisi)
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La nostra Comunità nasce da un profondo bisogno, sentito fin dagli inizi del cristianesimo, quello di vivere il Santo Vangelo seguendo Cristo povero, crocifisso e Risorto.
Fin dai giorni della prima Pentecoste, come attestano gli Atti degli Apostoli: "...tutti i credenti vivevano insieme e mettevano in comune tutto quello che possedevano.
Vendevano le loro proprietà e i loro beni e distribuiva...no i soldi fra tutti, secondo le necessità di ciascuno.
Ogni giorno, tutti insieme, frequentavano il Tempio, spezzavano il pane nelle loro case e mangiavano con gioia e semplicità di cuore.
Lodavano Dio ed erano ben visti da tutta la gente". (Att. 2, 44-47 a).
Lungo i secoli, sotto varie forme poi approvate dalla S. Chiesa, questa vita radicalmente evangelica si è sviluppata come un albero con tanti rami (cfr. Conc. Vat. II, Lumen Gentium n. 44), e poi, nel tredicesimo secolo San Francesco e San Domenico fondarono i cosiddetti " Ordini mendicanti" per rispondere ad un profondo bisogno di vita evangelica totalmente vissuta per il Regno di Dio, come la visse Gesù sulla terra.
Il Papa Giovanni Paolo II, nel Breve Apostolico "Franciscanum Vitae" dell’8.12.1982, con cui ha approvato con l’autorità apostolica che gli compete per mandato divino, la "Regola e Vita dei fratelli e delle sorelle del Terzo Ordine Regolare di San Francesco", ha dichiarato: "L’ideale francescano di vita in questo nostro tempo, non in modo diverso che nei secoli passati, affascina incessantemente molti uomini e donne desiderosi di perfezione evangelica e assetati del Regno di Dio.
Cenacoli di preghiera Familigliari:
La ‘casa’ è il primo luogo della fraternità. E’ il luogo delle piccole cose, della vita comunitaria a dimensione familiare. Si vive insieme in piccoli gruppi (da 2 a 8 persone) divisi maschi e femmine. I gruppi sono molto eterogenei: è così che si inizia a confrontarsi con l’altro da sé.
Generalmente nel gruppo ci sono una o due persone che hanno una maggiore esperienza all’interno della comunità francescana e possono fare un po’ da fratelli/sorelle maggiori per gli altri, ma di fatto non c’è nessuno che abbia il ruolo di "formatore" o "psicologo"; è il vivere insieme con il proprio bagaglio di esperienze positive e negative che aiuta a crescere.
In un mondo dominato dal consumismo e dalla logica dell’usa e getta, lo stile essenziale e semplice con cui si vive aiuta a ridare il giusto valore alle cose, sollecita la condivisione materiale e spirituale, conduce alla scoperta di avere bisogno dell’altro e insegna a chiedere aiuto.
Nella fraternità, concretamente e semplicemente, si assimila lo stile di gratuità, l’attenzione a ciò che è altro da se stessi, la dedizione e lo spirito di sacrificio tipico delle attività di volontariato.
Su questa base si costruisce un solido bagaglio di esperienza lavorativa specifica, funzionale alle aree di servizio e di supporto alle diverse vocazioni dell’opera. Ponendo attenzione ai talenti già sviluppati della persona (titoli di studio, attitudini, professionalità, ecc,), ma anche alle aspirazioni e alle doti ancora sommerse, i volontari sono attivamente inseriti nelle aree di servizio della comunità (prevenzione e sensibilizzazione, comunicazione e mass media, editoria, cooperazione internazionale e servizi sociali, accoglienza, animazione e spettacolo, ecc.) e formati nelle specifiche mansioni lavorative. La sinergia e la trasversalità del lavoro tra le diverse aree, resa possibile anche dalla loro compresenza all’interno di ogni centro, permette al volontario in formazione di mantenere lo sguardo aperto su tutta l’opera della comunità francescana e di maturare una sensibilità e un’attenzione rivolta sui tanti fronti su cui si dispiega l’impegno della comunità.
L’esperienza lavorativa ha anche un valore altamente terapeutico: la musico e la foto terapia e la clown terapy è infatti il secondo pilastro su cui si fonda il cammino formativo dei volontari. Il rispetto degli orari, il confronto con l’ "autorità" rappresentata dal responsabile, l’attenzione e il senso di responsabilità richiesti, sono gli aspetti del vivere quotidiano che permettono di individuare e correggere gli atteggiamenti non sani che spesso caratterizzano la vita di relazione.
Ulteriore pilastro del percorso di formazione è il cammino di conoscenza di sé, che si realizza attraverso il "programma della comunità francescana". Esso si avvale sia di nozioni teoriche, che del lavoro di condivisione e di approfondimento personale in piccoli gruppi. Attraverso di esso il giovane volontario è condotto in un viaggio affascinante e misterioso dentro di sé, alla scoperta della dicotomia tra il suo io ideale e il suo sé reale, spesso causa di scelte condizionate e disagi esistenziali.Tutto questo trova il suo pieno compimento nel cammino di spiritualità, centrato sull’ascolto della Parola e sulla preghiera che si costituisce come forza motrice dell’intera esperienza formativa del volontario, permeandone tutti gli aspetti e conferendole un valore di senso. L’insieme e la complementarità di queste componenti formative generano le condizioni per maturare una scelta di donazione, responsabile e autentica, compiuta nella libertà, semplicità e nella gratuità.
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Ordine Francescano Secolare


Comunità Gioventù Cattolica Fraternità Vangelo & Carità
(Gruppo di Preghiera con Spiritualità Francescana-Mariana)


STATUTO
PERMANENTE



4 Ottobre 2011 (Solennità di San Francesco d'Assisi)
"Tutti voi Infatti siete figli di Dio per la fede in Cristo Gesù, poiché quanti siete stati battezzati in Cristo, vi siete rivestiti di Cristo. Non c'è più giudeo né greco; non c'è più schiavo né libero: non c'è più uomo né donna, poiché tutti voi siete uno in Cristo Gesù. E se appartenete a Cristo, allora siete discendenza di Abramo, eredi secondo la promessa" (Gal 3, 26-29).
"Vidi poi un nuovo cielo e una nuova terra, perché il cielo e la terra di prima erano scomparsi e il mare non c'era più. Vidi anche la città santa, la nuova Gerusalemme, scendere dal cielo, da Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo. Udii allora una voce potente che usciva dal trono: Ecco la dimora di Dio tra gli uomini. Egli dimorerà tra di loro ed essi saranno suo popolo ed egli sarà il Dio-con-loro" (Ap 21, 1-3).
CAPITOLO I
NATURA E FINALITA’
1. La Comunità Francescana-Mariana: Gioventù Cattolica Fraternità Vangelo & Carità: sono Laici e Chierici che all'interno dell'Ordine Francescano Secolare vengono costituite in Comunità fraterna per vivere la vita comune con o senza voti privati.
Conformemente agli articoli 34 e 36 delle Costituzioni Ofs hanno uno Statuto proprio approvato dal Consiglio Nazionale che ne specifica lo spirito e la vita e ne regola il governo interno.
Sulle orme di san Francesco, santa Chiara, Giovanni Paolo II e don Zeno Saltini, la Forma di vita dei Fratelli e sorelle espressa in questo Statuto, osservando la Regola e le Costituzioni Ofs, si orienta esclusivamente ad "osservare il Vangelo di nostro Signore Gesù Cristo", "passando dal Vangelo alla vita e dalla vita al Vangelo" (ROfs 4).
2. La Comunità, che ha come principio ispiratore la Regola dell'Ofs e agisce con il coordinamento del Consiglio della Fraternità Ofs di appartenenza, si propone come finalità specifiche:
· Offrire accoglienza fraterna ed aiuto agli "ultimi" di oggi.
· Svolgere un servizio di animazione delle Fraternità Ofs e Gi.Fra per favorire la comunione vitale e reciproca tra i componenti della Famiglia Francescana.
Tale servizio è reso in collaborazione e secondo le indicazioni dei Consigli Ofs, in ordine gerarchico.
· Offrire in modo specifico un servizio di animazione e formazione alla vocazione consacrata secolare all’interno della fraternità Ofs.
· Dare un particolare rilievo alla formazione cristiana, alla pastorale ed animazione vocazionale giovanile.
· Svolgere un servizio di collaborazione pastorale nella Chiesa locale e nelle comunità parrocchiali di appartenenza compatibilmente con il proprio stato di vita secolare e la scelta comunitaria.
· Ridestare nel popolo cristiano la dimensione contemplativa della vita come prima e fondamentale esperienza di fede.
CAPITOLO II
AMMISSIONE E FORMAZIONE
La vocazione alla nostra vita
3. La vocazione dei fratelli e sorelle, quale dono speciale di Dio alla singola persona e alla Chiesa (cfr. TestsC), richiede la libera risposta personale e la sollecitudine della comunità per poter prendere forma e raggiungere la pienezza della sua realizzazione secondo il disegno di Dio e il carisma francescano mariano e carmelitano. (cfr. cann. 233; 574; 652).
4. La responsabilità della promozione vocazionale cristiana, francescana e alla vita consacrata riguarda tutti i fratelli e sorelle e le impegna a pregare incessantemente. Pertanto si propongano un momento settimanale di adorazione eucaristica secondo questa specifica intenzione.
Si ricordino inoltre che la loro vita si costituisce "come forma, in esempio e specchio a quanti vivono nel mondo" (TestsC 19) ed è "il migliore un invito ad abbracciare la vita consacrata" (PC 24).
5. Non si trascurino altri mezzi approvati ed efficaci, che servono per incrementare le vocazioni: primo fra tutti l'animazione vocazionale e la pastorale giovanile, come "servizio di ascolto, di misericordia e di speranza" (cfr. CEI: Cura pastorale delle vocazioni nelle Chiese particolari, 1982, n. 24).
Principi di formazione
6. La formazione comune alla nostra specifica "forma" di vita consacrata secolare, in quanto impegno principale, è del tutto indipendente dai vari lavori ed incarichi ed è la medesima per tutte.
Tale formazione specifica si inserisce come approfondimento e ampliamento alla comune Formazione Iniziale nell’Ofs.
7. Nella Fraternità locale, alle giovani che intendono approfondire in modo più intenso la propria vocazione, le sorelle propongano ogni anno momenti e giornate di preghiera, fraternità e servizio, quali mezzi che favoriscono il discernimento.
8. Con particolare cura dei fratelli e sorelle si adoperino per formarsi ad una autentica vita di orazione e di contemplazione, alimentata dalla pratica sacramentale, dall'intelligenza di fede in ogni avvenimento, dal vero amore fraterno, così che la fede penetri la vita intera.
9. I principi di formazione riguardano l'approfondimento biblico e teologico, la spiritualità francescana, la formazione umana e spirituale alla vita consacrata con particolare attenzione alla dimensione secolare.
10. I fratelli e le sorelle si abituino a perfezionare come si deve la propria indole e a coltivare la sincerità d'animo, l'amore della giustizia, la fedeltà nelle promesse, la gentilezza nell'agire e la moderazione nel parlare, l'unità nella carità. Si promuova costantemente la maturità umana che porta con sé la stabilità d'animo, il dominio di sé, il retto uso della libertà, la capacità di prendere decisioni ponderate, un giusto modo di valutare persone e avvenimenti (cfr. OT 11).
11. La vita della Comunità, quale approfondimento dello specifico della Fraternità locale, richiede, nella sua essenza, che la formazione riguardi ciascuna singolarmente quanto la comunità.
Le sorelle vengano educate a favorire la vita di fraternità nel suo complesso, mettendo a disposizione tutte le energie della mente, della volontà e i doni di grazia nell’esecuzione e nel compimento degli incarichi loro assegnati.
Ammissione e formazione iniziale
12. Prima che i candidati alla Comunità si consacrino a Dio con la professione dei voti privati è indispensabile che si preparino attraverso una specifica formazione iniziale.
L’Iniziazione
13. Il diritto di ammettere i candidati all'iniziazione appartiene al Consiglio della Comunità fraterna dei fratelli e delle sorelle.
Per esservi ammesse si richiedono come requisiti essenziali:
- essere state ammesse all’Ordine e aver iniziato il relativo periodo di formazione (Cost. art. 39-40)
- retta intenzione e libera volontà di assumere l’impegno dei voti privati;
- idoneità spirituale, morale e intellettuale;
- adeguata salute fisica e psichica;
- mancanza di impedimenti stabiliti dal diritto universale e proprio.
14. L'Iniziazione dura almeno un anno ed è caratterizzata dal progressivo accompagnamento della candidata nella vita di comunità.
Formazione iniziale e voti privati
15. Terminato il tempo dell'iniziazione, gli aspiranti ritenuti idonee, facciano richiesta scritta al Consiglio della Comunità fraterna dei fratelli e delle sorelle per essere ammessi al noviziato.
L'ammissione avvenga con il voto deliberativo del Consiglio della Comunità fraterna.
L’ingresso nel periodo di formazione iniziale avvenga nel contesto di una particolare celebrazione liturgica.
La formazione iniziale dura due anni.
16. Durante il primo anno i candidati vivono in maniera stabile nella sede della Comunità.
Nel secondo anno si possono prevedere periodi di inserimento anche in altre case della Comunità.
17. La formazione iniziale è ordinata a far sì che i fratelli e le sorelle possano prendere coscienza, all'interno della forma di vita francescana secolare e consacrata, della specifica vocazione divina alla vita in Comunità per mezzo dei voti privati.
Per meglio verificare le loro intenzioni e la loro idoneità, essendo questo tempo dedicato all’opera di formazione vera e propria, le sorelle non siano occupate in studi o incarichi di responsabilità non direttamente finalizzati a tale formazione.
18. La direzione dei fratelli e delle sorelle è riservata al responsabile della formazione coadiuvata dal fratello e dalla sorella maggiore.
19. Al termine della formazione iniziale i fratelli e le sorelle presentino domanda scritta al Consiglio della Comunità fraterna dei fratelli e delle sorelle per essere ammessi alla professione dei voti privati temporanei.
Con la maggioranza dei voti deliberativi il Consiglio della Comunità fraterna ammette i fratelli e le sorelle ritenuti idonee; in caso contrario le dimette.
20. I fratelli e le sorelle, prima di emettere i voti privati temporanei, devono aver emesso la Promessa di vita evangelica nella fraternità OFS.
21. I voti privati, sia temporanei sia definitivi, preceduti dagli esercizi spirituali, siano emessi durante la celebrazione Eucaristica alla presenza dell'assistente spirituale dei fratelli e delle sorelle e della comunità locale.
La formula di consacrazione è la seguente:
"Io. .NN...., a gloria di Dio e nella ferma volontà di consacrarmi più intimamente a Lui e di seguire più da vicino Cristo Gesù Misericordioso Buon Pastore in tutta la mia vita, davanti alla Chiesa, alla fraternità locale e ai Fratelli e sorelle, faccio voto di castità, povertà, obbedienza e misericordia (per un anno o per sempre), promettendo di osservare, in conformità con la Professione di Vita Evangelica nell’Ordine Francescano Secolare, la Forma di vita dei fratelli e sorelle della Gioventù Cattolica Fratenrità Vangelo & carità, affinché con la grazia dello Spirito Santo, l'aiuto della beata Vergine Maria Immacolata, del nostro Padre san Francesco e della nostra Madre santa Chiara, possa conseguire la perfetta carità nel servizio di Dio e della Chiesa".
22. Il documento che attesta l'avvenuta professione, sia temporanea sia perpetua, firmato dai professi stessi, dal Ministro della Fraternità locale, dal fratello e dalla sorella maggiore e dall'assistente della Fraternità, si conservi nell'archivio della Fraternità e una copia anche nell'archivio della Comunità.
23. Il tempo della prima professione non sia né più breve di tre anni né più lungo di sei.
Durante il periodo della professione temporanea i fratelli e le sorelle devono completare la preparazione acquisita durante la formazione iniziale attraverso adeguati corsi di umanistici di spiritualità e teologico-pastorali. Fino alla professione perpetua sottostiano alla guida della responsabile della formazione coadiuvata dal fratello e dalla sorella maggiore.
24. Tre mesi prima della professione definitiva, i fratelli e le sorelle presentino la domanda scritta di ammissione al Consiglio della Comunità fraterna dei fratelli e delle sorelle. Se giudicate idonee siano ammessi con la maggioranza dei voti deliberativi del Consiglio stesso. Dopo gli Esercizi spirituali emettano la professione perpetua dei voti.
Mediante la professione perpetua i fratelli e le sorelle sono definitivamente incorporate nella fraternità con tutti i diritti e i doveri.

CAPITOLO III
VITA DI CONSACRAZIONE:
PROFESSIONE DEI CONSIGLI EVANGELICI
La castità per il regno dei cieli
25. Attraverso la castità consacrata, i fratelli e le sorelle partecipano spiritualmente al mistero della verginità di Cristo e della sua santissima Madre (cfr. 3LAg 15-18).
26. La castità consacrata, mentre libera il cuore rendendolo capace di un amore puro, alimenta la carità fraterna e ne diviene un segno, stringendo più intimamente l'una all'altra le sorelle in una fraternità spirituale.
A sua volta, poi, la carità reciproca che regna nella vita comune contribuisce a custodire più sicuramente la castità (cfr. PC 12.).
27. Dobbiamo riconoscere tuttavia che abbiamo questo tesoro in vasi di creta, perché appaia che questa potenza straordinaria viene da Dio e non da noi (cfr. 2Cor 4,7). Per questo ogni sorella deve attendere a mantenere in sé sentimenti di trasparenza, di purezza, adottando ogni attenzione perché lo spirito di questo mondo non entri nella coscienza e nella mente ottenebrando e oscurando il cuore che potrebbe divenire schiavo di passioni e affetti disordinati. In questo senso si farà uso dei mezzi sociali di comunicazione con illuminata intelligenza.
28. Fiduciose nell'aiuto del Signore che accompagna con la grazia del suo Spirito e senza presumere nelle loro forze, le sorelle procurino di utilizzare tutti i mezzi di difesa della castità, per far crescere l'intima unione con Cristo, l'amore libero e indiviso verso di Lui, la filiale devozione verso la vergine Maria, l'assiduità nella preghiera e la frequenza ai Sacramenti, l'adorazione eucaristica, la custodia del cuore e dei sensi, un’adeguata formazione e direzione spirituale.
Le sorelle non si rattristino per ciò che lasciano, ma si rallegrino invece di ciò che è stato donato loro.
La "forma della nostra povertà"
29. Pane essenziale del carisma francescano mariano è l'impegno a "vivere lo spirito delle Beatitudini e in special modo lo spirito di povertà" (Cost. 15.1) ad imitazione di Cristo, il quale da ricco che era si è fatto povero per noi, perché diventassimo ricchi per mezzo della sua povertà (cfr. 2Cor 8,9).
30. La povertà evangelica si interpreta francescanamente come conformità a Cristo povero e crocifisso che è venuto per servire, per questo è vissuta come "restituzione in rendimento di grazie" per contraccambiare il Signore di tutto ciò che elargisce.
Le sorelle vivano in continua azione di grazie e nell'umiltà, sforzandosi di mettere tutti i doni a vantaggio del popolo di Dio, della solidarietà con i piccoli di questo mondo e dell'edificazione comune.
31. I fratelli e le sorelle vivano la povertà sia a livello personale sia comunitario allo scopo di liberare il cuore da ogni attaccamento alle cose terrene e di favorire la fiducia nella Provvidenza divina sicché come pellegrine e forestiere in questo mondo, mentre sono in cammino verso la terra dei viventi, servano il Signore in povertà e umiltà. Per questo il tenore di vita sia sobrio e semplice nel vestito, nel cibo e nell'abitazione, consapevolmente solidale con gli innumerevoli poveri del mondo.
Osservino la vita comune e condividano volentieri tra di loro le cose date ai singoli. Tutti i beni, compreso il ricavato del lavoro o altro che in qualunque modo pervenga, sia consegnato in uso comune alla Comunità fraterna. Usino dei beni temporali per le necessità della vita, dell’apostolato, della carità e soprattutto dei poveri. E quando i beni venissero a mancare, si ricorra con fiducia alla mensa del Signore, secondo le disposizioni della Chiesa universale e particolare, in modo tale però che, mentre si chiede agli uomini l’elemosina, si dia loro testimonianza di povertà, di fraternità e di letizia francescana.
L’obbedienza caritativa
32. Sull'esempio del Signore Gesù che per tutta la vita si assoggettò alla volontà del Padre, le sorelle con la professione di obbedienza offrono a Dio, come sacrificio di se stesse, la propria volontà, conformandosi così alla volontà di Dio sommamente amato e mettendosi volontariamente al servizio della Chiesa. Inoltre, vivendo in obbedienza, scoprono insieme alla fraternità con più sicurezza la volontà di Dio e ravvivano la stessa unione fraterna. Nella fede e per amore verso la volontà di Dio obbediscano ai propri superiori con obbedienza caritativa, attiva e responsabile.
33. Le sorelle pertanto tengano presente che obbediscono al Signore ogniqualvolta osservano il Vangelo, la Regola, le Costituzioni e le norme di questo Statuto sottomettendosi in spirito di fede ai superiori ad esse preposti, la Sorella maggiore e il Ministro nazionale dell'OFS, per quanto di rispettiva competenza.

CAPITOLO IV
LA VITA CON DIO
34. La vita di intimità con Dio che esprime la dimensione contemplativa della Comunità, trova in Lui non solo la meta del cammino intrapreso e la forza per perseverare in esso, ma è anche manifestazione dell'unità vissuta all'interno della Comunità (cfr. ROfs 8).
Lo spirito di orazione, che costituisce il mezzo per sostenere l'intimo rapporto tra lo Sposo Cristo Gesù e la sposa a Lui interamente donata, sia dunque alimentato da momenti forti di preghiera che costituiscono la vitalità della Comunità. In special modo ci sia piena e attiva partecipazione alla celebrazione comunitaria dell'Eucaristia, della Liturgia delle Ore e dell'adorazione Eucaristica, senza trascurare l'orazione personale, la meditazione e la lettura spirituale.
La vita liturgica
35. fratelli e le sorelle si dispongano con spirito di orazione alla celebrazione della Sacra Liturgia, con la quale lodano Dio nel cuore della Chiesa, principalmente nella celebrazione del Sacrificio eucaristico e della Liturgia delle Ore.
36. "Poiché nulla vediamo corporalmente in questo mondo dell'Altissimo Figlio di Dio se non il suo Santissimo Corpo e Sangue" (2Test 12), tributino "ogni riverenza ed onore" (LOrd 13) all'Eucaristia, attraverso la partecipazione possibilmente quotidiana alla messa, vissuta come scelta prioritaria e prolungando, nel corso della giornata, lì dove le condizioni lo permettano, la partecipazione al sacrificio anche attraverso l'adorazione.
37. Poiché la Liturgia delle Ore è "la voce della Sposa stessa che parla allo Sposo, anzi, è la preghiera che Cristo in unione al suo Corpo eleva al Padre", le sorelle la celebrino con dignità e devozione.
L’orario della fraternità, per quanto possibile, sia organizzato in modo tale da permettere a tutte di partecipare alla celebrazione comunitaria del divino Ufficio.
Qualora non fosse possibile farla integralmente, si celebrino in comune almeno le Lodi e i Vespri. Sia poi una nota caratteristica della loro esperienza di preghiera quella di favorire in tutti i modi la partecipazione dei fedeli o di chiunque voglia unirsi in comunione alla Celebrazione della Liturgia delle Ore.
Coloro che per validi motivi non possono celebrare in comune la Liturgia delle Ore, si ricordino che anche nella recita privata sono unite spiritualmente alla Chiesa e, in modo particolare, alle sorelle.
38. Il Sacramento della Penitenza, oltre che produrre la remissione dei peccati, costituisce un valido aiuto per progredire nella via della santità (cfr. SC 109). Le sorelle siano dunque perseveranti nella conversione dell'animo a Dio, attendano anche all'esame quotidiano di coscienza e si accostino con frequenza al Sacramento della penitenza, per unirsi più pienamente al Corpo di Cristo.
Lo spirito di orazione
39. I fratelli e le sorelle abbiano a cuore di coltivare lo spirito di orazione e l'orazione stessa con assiduità e zelo (cfr. PC 6).
Per questo dedichino quotidianamente del tempo alla meditazione, soffermandosi anzitutto sui misteri e sulle verità della fede e inoltre sui contenuti della spiritualità francescana, come pure su qualunque altra cosa che possa giovare al progresso spirituale.
40. Si applichino assiduamente alla lettura della Sacra Scrittura (cfr. PC 6), specialmente del Nuovo Testamento, affinché imparino "la sovreminente scienza di Gesù Cristo" (Fil 3,8).
Le sorelle studino con diligenza gli scritti di san Francesco, di santa Chiara e degli autori della famiglia francescana come pure di altri maestri spirituali.
41. Ad imitazione di san Francesco, si abbia particolare devozione alla Vergine Maria Madre di Dio, specialmente con il culto liturgico e il rosario.
Lei infatti è nostra madre e avvocata, via per arrivare allo Spirito di Cristo povero e crocifisso.
Venerino pienamente, secondo l’antica tradizione, anche san Giuseppe suo sposo.
42. Ogni anno tutte le sorelle facciano gli Esercizi spirituali e almeno ogni due mesi abbiano un ritiro comune.
43. Almeno una volta al mese si tenga il Capitolo di revisione di vita. In esso si proponga alla discussione comunitaria ciò che sembra necessario ed utile per coltivare la vita consacrata nella fraternità e aumentare la carità fraterna.

CAPITOLO V
LA VITA IN COMUNITÀ FRATERNA
44. Secondo l'esempio di san Francesco e di santa Chiara, per i quali la dimensione fraterna è stata elemento essenziale della loro forma di vita, la comunità fraterna unisce tutte le sorelle in una più radicale sequela di Cristo. In questo modo le sorelle formano una sola ed indivisibile fraternità, per conservare l'unità dello Spirito nel vincolo della pace. Unite dalla stessa fede in Dio nostro Padre, nutrite alla mensa della divina Parola e dell’Eucaristia, esse si amano vicendevolmente dando testimonianza nel mondo del Regno di Dio.
45. Poiché la vocazione progredisce in maniera tutta particolare nell'alveo della comunità fraterna, si abbia consapevolezza dell'incalcolabile valore che la vita in comune rappresenta. Essa, che ha il suo il suo fondamento nella comunione di vita della Trinità, richiede un costante impegno di verifica.
46. Come frateli e sorelle si rispettino e si onorino a vicenda, in modo da servirsi e obbedirsi spontaneamente l’una l’altra, per spirito di carità, guardandosi con sollecitudine dall’apparire tristi; si mostrino invece gioiose nel Signore (cfr. Fil 4,4) favorendo le buone iniziative e rallegrandosi sinceramente per il successo del lavoro delle altre.
Nel dialogo sincero ognuna porti i pesi e i difetti dell’altra, in spirito di fraterna comprensione e di stima (cfr. RsC 8,16).
47. A motivo della stessa vocazione, essendo sorelle di nome e di fatto, esse sono tutti uguali. Per la nomina agli uffici di governo e di formazione si richiede la professione perpetua dei voti privati. La precedenza, quando necessaria per il servizio della fraternità, dipende dagli uffici in atto che vi si esercitano.
48. Rispettate le esigenze della Fraternità locale Ofs, tutte i fratellie e sorelle devono anche osservare quelle della vita in Comunità in modo tale da stabilire rapporti fraterni tramite la concorde applicazione dello Statuto.
Per tutte ci sia lo stesso genere di vita, la stessa partecipazione agli atti della vita di fraternità, soprattutto all’orazione comune e agli incarichi domestici, pur nella flessibilità derivata dalle esigenze di ciascuna e dall’impegno lavorativo e professionale.
49. Benché in comunità gli incarichi siano diversi e vari siano i doni e i talenti, conviene che le sorelle "siano associate strettamente alla vita e alle opere della comunità" (PC 15). Pertanto, perché la fraternità possa essere vera, reale e profonda, conviene che quei lavori ordinari della famiglia che non esigono una speciale abilità, siano compiuti da tutte le sorelle, salvo che le circostanze non consiglino diversamente.
50. Durante il giorno si abbia la possibilità di un tempo ricreativo comune, necessario per un sollievo e adatto per favorire la familiarità.
51. Consapevoli della particolare esperienza di comunione e reciprocità vitale fra il Primo Ordine, il Terz'Ordine Regolare e l'Ofs, si tengano in particolare considerazione i momenti di preghiera, di apostolato, di volontariato e di fraternità che favoriscano la profonda unione spirituale ed umana tra le diverse espressioni di un'unica famiglia francescana.
Il lavoro
52. San Francesco e santa Chiara considerano il lavoro come un dono di Dio e lo chiamano grazia (cfr. Rb 5,2; RsC 7,1). Con questo spirito le sorelle osservino la legge comune del lavoro, quale partecipazione all'opera creatrice e redentrice di Dio (cfr. PC 13; ROfs 16) e come necessario per equilibrare ed elevare la vita spirituale, perché l'ozio è nemico dell'anima (cfr. RsC 7,2).
53. Il lavoro deve essere il principale mezzo di sostentamento e il modo di esercitare la carità verso tutti gli uomini, specialmente condividendo con loro il frutto delle proprie fatiche.
54. Nella scelta di un lavoro esterno retribuito si tenga conto di lavorare quanto occorre, ma non più di quanto è necessario; e non per realizzare ciò che è destinato a perire ma per qualcosa che durerà eternamente. Il lavoro sia sempre vissuto come una testimonianza di serietà, di fedeltà, di disponibilità, di gioia, di sollecitudine, di discrezione, di entusiasmo di fede senza pretese di proselitismo, ma che al tempo stesso evita i silenzi del rispetto umano.
55. Nel lavoro si tenga conto dell'attitudine particolare di ogni fratello e sorella in modo che, per quanto possibile, ciascuno possa far fruttare più abbondantemente i talenti ricevuti da Dio.
56. Sia dolce a tutti i fratelli e le sorelle e sia motivo di gioia accettare qualsiasi lavoro, quanto si voglia umile e gravoso, e lavorando con fedeltà e devozione sotto gli occhi di Dio, compiere accuratamente gli uffici e gli incarichi loro affidati. E siano sollecite ad aiutarsi e a completarsi a vicenda nel lavoro, servendosi reciprocamente.
57. Il lavoro, di qualunque genere sia, non estingua lo spirito di orazione al quale tutte le cose devono servire.

CAPITOLO VI
LA VITA APOSTOLICA
58. Mediante la propria consacrazione i fratelli e le sorelle partecipano alla vita della Chiesa Cattolica(cfr. PC 2) e si dedicano totalmente alla sua missione (cfr. PC 6). La prima azione pastorale è quella di testimoniare con la vita in fraternità il Vangelo e, in particolare, la dimensione contemplativa e di servizio della vita cristiana.
59. Per ciò che riguarda più specificatamente la dimensione dell'attività apostolica, essa si esprime di preferenza nella collaborazione con le diverse componenti della Famiglia Francescana, cercando di vivere in modo complementare la stessa missione di "riparare la Chiesa di Dio".
60. L'apostolato e il volontariato attivo dei fratelli e delle sorelle si traduce prima di tutto attraverso un'accoglienza semplice, fraterna e spontanea nel nome del Signore e secondo il più genuino spirito di letizia francescana che permetta agli uomini e alle donne di oggi di poter fare esperienza dell'amore divino.
Particolare importanza in questa azione di evangelizzazione "stabile" sia data alla liturgia, ai momenti di catechesi e di formazione cristiana offerta sia ai giovani sia agli adulti.
Questa forma di accoglienza sia caratterizzata dall’impegno interiore e dalla disponibilità all’ascolto verso i "poveri" di oggi, intendendo con questo termine non solo chi soffre di indigenza materiale-economica, ma ogni persona bisognosa di Dio.
61. Il secondo aspetto dell'apostolato si realizza in azioni esterne e itineranti. Si tratta in modo particolare di un'azione di animazione nell'ambito della famiglia francescana ed in particolar modo dell'Ordine Francescano Secolare nei diversi livelli locale, regionale e nazionale e della Gioventù Francescana, che riguarda in modo più specifico la formazione cristiana e francescana e l'animazione vocazionale.
62. I fratelli e le sorelle offrano anche disponibilità di servizio nello stile della minorità francescana all'interno della comunità parrocchiale e della Chiesa locale nella quale sono inserite, privilegiando quei settori pastorali che meglio si accordano al loro carisma, quali la pastorale della carità, la catechesi e la pastorale giovanile, in tutto salvaguardando la dimensione comunitaria e secolare della forma di vita.

CAPITOLO VII
IL GOVERNO PROPRIO DELLA COMUNITA’
63. Conformemente alla Regola e alle Costituzioni i fratelli e le sorelle della Comunità appartengono giuridicamente e a tutti gli effetti all'Ordine Francescano Secolare, avendo in esso emesso la Promessa di vita evangelica.
64. Pur nell'autonomia concessa dal presente Statuto, la Comunità è prima di tutto fedele alle esigenze che derivano dall'appartenenza ad una Fraternità locale OFS (cfr. Cost. 34).
65. La massima autorità all'interno della Comunità è l'Assemblea Capitolare composta da tutti i fratelli e le sorelle che hanno emesso i voti privati perpetui, ed è presieduta dal ministro generale o dal suo delegato dell'ordine francescano.
66. L'Assemblea Capitolare elettiva viene convocata ogni tre anni dal capogruppo col consenso del suo Consiglio e presieduta dal Ministro nazionale dell'OFS o da un suo delegato.
Per altri motivi, l’Assemblea Capitolare può essere convocata in forma straordinaria dal fratello maggiore e dalla Sorella maggiore sempre con il consenso del suo Consiglio.
Spetta all’Assemblea Capitolare:
a) l’elezione del Capo Gruppo;
b) l’elezione delle tre consigliere;
c) l’elezione dei vicari
d) trattare i problemi più importanti della Comunità;
e) apportare modifiche allo Statuto da sottoporre poi all’approvazione del Consiglio nazionale OFS.
Le elezioni, salvo diversa specificazione, avvengono a maggioranza assoluta tra tutte le aventi diritto, per i primi due scrutini; nel terzo scrutinio a ballottaggio, seguendo il disposto del can. 119 §1 del CIC.
67. Il Capo Gruppo dura in carica tre anni e può essere rieletto per un altro triennio successivo. Quando le circostanze lo richiedano può essere rieletto per la terza ed ultima volta, purché raggiunga la maggioranza dei due terzi dei voti dell'Assemblea Capitolare, da ottenersi nel primo scrutinio.
68. Il Capo Gruppo è aiutato nel suo servizio di animazione dal Consiglio composto da:
a) vicari;
b) tre consiglieri;
c) assistente spirituale della Fraternità locale OFS, di diritto; oppure, se impedito, un altro religioso nominato dal Ministro Provinciale dell’Ordine che ha eretto la Fraternità locale di appartenenza, su proposta dal capogruppo e del Consiglio.
69. Tutte i consiglieri possono essere eletti per più trienni successivi.
A partire dalla terza elezione successiva sarà però necessaria la maggioranza dei due terzi dei voti dell'Assemblea Capitolare, da ottenersi nel primo scrutinio.
Tra i consiglieri eletti l'Assemblea Capitolare elegge il capo gruppo , a maggioranza assoluta.
70. Nel caso di formazione di gruppi locali a vita comune costituenti l'unica Comunità fraterna di fratelli e sorelle, questi vengano animati da una responsabile eletto dal capogruppo con il consenso del suo Consiglio.
Il servizio di responsabile ha la durata di tre anni e il responsabile può essere rieletto per un altro triennio consecutivo.
71. Spetta al capogruppo con il consenso del suo Consiglio:
a) nominare i responsabili della formazione;
b) nominare i responsabili dei cenacoli locali;
c) formare i vari cenacoli.
d) tutti i cenacoli costituiscono il gruppo di volontariato.
* * * * * * * * * * *
72. Per tutto ciò che non è previsto dal presente Statuto, La Comunità Gioventù Cattolica Fraternità Vangelo & Carità e i loro Cenacoli Famigliari di preghiera si rifanno alle leggi della Chiesa e dell'OFS.
A lode di Cristo
Amen.

PREGHIERA DI CONSACRAZIONE E AFFIDAMENTO DEL NOSTRO GRUPPO AL CUORE IMMACOLATO DELLA VERGINE MARIA IMMACOLATA: Beatissima Vergine Maria, noi ti riconosciamo come Nostra Madre, Maestra e Regina. Consacriamo e affidiamo al tuo Cuore Immacolato ogni parola, ogni intervento, ogni riflessione ogni immagine di questo gruppo. Fa' che lo Spirito Santo sia qui sempre presente ad illuminare, accogliere, comprendere e parlare del Tuo Figlio. In particolare Madre nostra ti consacriamo ogni persona che qui vorrà soffermarsi per dissetarsi all'acqua viva di Gesù. Proteggi e custodisci questo nostro gruppo accogliendolo come ogni cosa che ti appartiene e disponi di lui come meglio credi... Lascia Mamma che questo divenga un porto sicuro nella fede e nella condivisione dell'amore di Dio tra noi. Sotto al tuo manto e dentro al tuo cuore Immacolato oggi poniamo questo nostro atto di amore. Irradia Oh Maria su tutta l'umanità la Luce di grazia della fiamma del tuo amore!Amen

Approvato dal Consiglio nazionale - OFS
Assis, lì 4 Ottobre 2011
-------Il carisma della Comunità è la vita comunitaria tra fratelli nei diversi stati di vita (famiglie, religiosi, laici e sacerdoti) nell’amore di Cristo.
L’umiltà vissuta da ogni membro diventa lo spazio dell’amore.
Gesù, il Principe della pace, ha "fatto" la pace tra l’uomo e Dio, tra il peccatore e il Santo con il martirio della croce, perciò noi guarderemo la croce e la accoglieremo come espressione concreta dell’amore.
Fa parte del carisma consacrare tutti noi stessi, tutta la nostra vita e le nostre attività al spirito Francescano mariano e al culto alla Divina Misericordia.
Anche la fede e la fiducia in Dio Padre Provvidente, conforme il grande insegnamento che ci ha dato Gesù nella vita e nelle Sue Parole di Verità (Mt 6,25-34), sono fondamenti del nostro carisma.
Coscienti che il Vangelo si vive in forma concreta e in condizioni ugualmente concrete, noi lo vivremo servendo i piccoli e i poveri e i lontani da Dio
.
"Erano assidui e concordi nell’ascoltare l’insegnamento degli
apostoli e nell’unione fraterna, nella frazione del pane e nella
preghiera … stavano insieme e tenevano ogni cosa in comune"
(Atti 2)
 
La Comunità InternaNella comunità francecsna mariana: famiglie, laici e religiosi che vivono insieme in uno stile di famiglia basato sulla preghiera, sul lavoro, sullo studio, sull'evangelizzazione e il servizio missionario ed insieme costituiscono una "famiglia allargata".
Ciascuno seguendo la propria vocazione, vive a tempo pieno in comunità, donando a Dio la propria vita sforzandosi di vivere il Vangelo di Gesù nella Chiesa e nel mondo.
 
La Comunità si affida per ogni necessità alla Divina Provvidenza credendo nell’Amore di Dio che è Padre Buono e si prende cura dei suoi figli.
Ad imitazione di Cristo Gesù
Alcuni membri lavorano all’esterno della Comunità, compatibilmente con le esigenze della Comunità stessa, conciliando la professione con la loro scelta di vita.
"Salì poi sul monte, chiamò a se quelli
che Egli volle ed essi andarono da Lui"
(MC 3,13)
La Comunità EsternaLa Comunità Esterna è formata da laici, per lo più famiglie, i quali vivono nel mondo e partecipano alla spiritualità della Regina Pacis e legandosi ad essa con promesse annuali.
La Comunità Esterna si impegna a pregare e a vivere il Vangelo in radicalità nelle proprie famiglie, nel lavoro e nella vita sociale; condivide le necessità della Comunità interna e si adopera, ognuno secondo le proprie competenze, a contribuire anche in maniera concreta alla sussistenza della Comunità e alle attività ad essa collegate.
Si svolgono incontri di preghiera settimanali, ritiri mensili e ogni anno vengono organizzati degli Esercizi Spirituali per i membri della Comunità Esterna.
"Amatevi gli uni gi altri, come Io vi ho amati"
(Gv 15,12)
 
Gli Amici della famiglia francescana-marianaSono AMICI della comunità tutti coloro che condividono lo spirito dell’Opera e in varie forme la sostengono ad esempio con le opere di volontariato.
Per tutti loro la Comunità organizza ogni semestre una giornata di ritiro e testimonianze missionarie:
le "Feste degli Amici".
Si tratta di giornate missionarie di preghiera e di incontri completate dalle testimonianze dei nostri missionari che hanno così l’opportunità di "fare il punto della situazione" di ciò che si stà vivendo nelle loro missioni e di condividere le necessità attuali delle comunità nelle varie parti del mondo.
"Andate in tutto il mondo e predicate
il Vangelo ad ogni creatura"
(Mc 16,15)
 
Il Gruppo Giovani Giovanni Paolo II è formata da quei giovani che frequentano in maniera continuativa la Comunità e seguendone lo spirito, si impegnano a vivere il Vangelo nelle proprie famiglie, nel proprio ambiente di studio e/o lavoro. Anche loro si impegnano con promesse annuali.
Mensilmente si programma un week-end con l’obiettivo di creare gruppo attraverso l’approfondimento delle tematiche religiose e la condivisione di esperienze e problematiche della società odierna.anche il gruppo i giovani partecipano attivamente e con entusiasmo ai pellegrinaggi organizzati, alle feste della Comunità e all'evangelizzazione su strada e alle opere di volontariato.
"Fate quello che Lui vi dirà"
(Gv 2,5)
 
Anche i bambini, in modo speciale i figli della Comunità Interna ed Esterna e delle famiglie che condividono il nostro cammino, hanno dato vita del gruppo giovani..Anche loro mensilmente si ritrovano per un cammino di formazione umana e spirituale adatta alla loro età con la collaborazione di alcuni animatori della Comunità Interna.
"Guardatevi dal disprezzare uno solo di questi piccoli,
perché vi dico che i loro angeli nel cielo vedono
sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli."
(Mt 18,10)
 
Le FamiglieLe famiglie costituiscono parte integrante della comunità.
All'interno della comunità , pur con i tempi di vita comunitaria, le famiglie hanno spazi e momenti propri.
La Comunità non altera in alcun modo l'identità delle famiglie: l'unità tra gli sposi e con i figli è sempre considerata il bene primario.sono la presenza più preziosa e più animata che contribuisce a creare la gioia e lo stile di famiglia che caratterizza la vita della Comunità.
I bambini
I figli
Le famiglie sono il segno visibile dell’Amore di Cristo per la Chiesa Sua Sposa, e della Santissima Trinità.
"Cercate prima il Regno di Dio e la sua giustizia,
e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta"
(Mt. 6,33
 
I LaiciI laici sono una presenza importante all'interno della Comunità.
Sono persone che decidono di vivere la vocazione francescana-mariana lasciando le proprie case mettendo la loro vita al servizio di Cristo, dei fratelli e dei poveri.
I laici e le coppie di sposi fanno promesse di obbedienza, povertà, castità ed umiltà per vivere inabitati dal SOLE che è Cristo, per amare con il Suo Cuore il mondo intero, resi canali del Suo Amore, partecipi e annunciatori della Sua salvezza che è per tutti.
"Lasciarono tutto e lo seguirono"
(Lc 5,11)
 
I ReligiosiColoro che sono chiamati al celibato per il Regno di Dio, divengono segno e profezia dell'amore di Gesù, offerta totale, annuncio evangelico e anticipazione del Cielo.
I consacrati/e, dopo il passo della Scelta, vivono: 1 anno di simpatizzante; 1 anno di postulandato; 1° anni di Noviziato; la p, al termine dei quali emettono i voti di Povertà, Castità, Obbedienza e Umiltà, secondo la tradizione della Chiesa.
Vivendo la loro consacrazione all'interno della Comunità, essi offrono la loro vita per il servizio e l'evangelizzazione dei bambini, dei giovani e delle famiglie e dei poveri nel loro servizio missionario.
I religiosi che sentono la chiamata al sacerdozio possono accedervi studiando in seminario presso l’Istituto Teologico, sempre con il consenso del Consiglio di comunità e del Vescovo diocesano, e vengono incardinati in diocesi.
"Nessuno ha un amore più grande di questo:
dare la vita per i propri amici"
(Gv 15,13)
EvangelizzazioneNostro desiderio è far conoscere il Vangelo di Gesù e l'Amore di Dio al mondo, attraverso gruppi di preghiera, servizio in parrocchia e in Diocesi, ritiri spirituali, catechesi biblica, e tutto ciò che i mezzi moderni e le necessità del luogo ci suggeriranno.
Vita parrocchiale e diocesana
Incontro Giovani
Week-end Giovani
Ritiri Mensili
S. Messa domenicale ore 17.00
L’adorazione
Pellegrinaggi
 
 

Momenti di grandi grazie organizzati in base alle diverse possibilità aperti a tutti coloro che desiderano parteciparvi.

L’ adorazione individuale e comunitaria rappresenta il centro della nostra vita in comune. A tutti viene offerta l’opportunità di partecipare ad un importante appuntamento di intimità con Gesù.
durante il periodo invernale (anno scolastico) e alle ore 18.00 durante il periodo estivo da giugno a settembre
Centro e fondamento della vita cristiana, la S. Messa rappresenta il momento di incontro settimanale aperto a tutti. È celebrata con stile di gioia e di festa in comunione fraterna.

Vengono organizzate domeniche di spiritualità e di condivisione comunitaria per famiglie e bambini.

Ogni mese due giornate di spiritualità vissute in amicizia ed allegria.

Ogni sabato sera il gruppo giovani si ritrova in Comunità per momenti di condivisione, animazione e preghiera.

Condividendo le attività della chiesa locale, si presta la propria collaborazione per curare i momenti liturgici e vivere in pienezza l’attività pastorale diocesana.
I Bambini Anche i bambini, in modo speciale i figli della Comunità Interna ed Esterna e delle famiglie che condividono il nostro cammino, hanno dato vita alla comunitàAnche loro mensilmente si ritrovano per un cammino di formazione umana e spirituale adatta alla loro età con la collaborazione di alcuni animatori della Comunità Interna.
"Guardatevi dal disprezzare uno solo di questi piccoli,
perché vi dico che i loro angeli nel cielo vedono
sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli."
(Mt 18,10)
 
 
 
Pax et Bonum
studiano in scuole esterne alla Comunità e conducono la stessa vita dei loro coetanei, sebbene in uno stile di sobrietà, ricevendo una formazione umana e cristiana.
, che venne per servire e non per essere servito, ogni membro della Comunità assume il lavoro manuale ed il servizio ai poveri come una vera grazia da amare e custodire, poiché è cammino di maturazione umana e di santità.

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